Domani mattina sarà affidato l’incarico per l’autopsia sul cadavere di Cristina Saba, la donna di 40 ani volata dal balcone della sua abitazione a Uta. L’esame autoptico, a cura del medico legale Roberto Demontis, servirà a chiarire alcuni punti misteriosi sulla morte della donna. In particolare l’autopsia dovrà spiegare se la Saba abbia ingerito farmaci o alcol prima di cadere nel vuoto e se nel suo corpo ci siano segni riconducibili a colluttazioni accanto alle ferite provocate dalla caduta.
Tutti elementi che serviranno a stabilire se la donna sia caduta dal balcone oppure se sia stata assassinata. I carabinieri della compagnia di Iglesias e gli specialisti del Nucleo Investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Cagliari stanno passando al vaglio anche le testimonianze dei vicini di casa che hanno chiamato il 112 segnalando una lite furibonda nell’appartamento della Saba, intorno alle 3:30, e hanno sentito rumori e mobili spostati. Pochi minuti dopo gli stessi vicini hanno sentito il tonfo della caduta.
Gli investigatori hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione dove, secondo alcune indiscrezioni trapelate, non sarebbero stati notati segni evidenti di una lite. Al centro dell’indagine, al momento, c’è la figura dell’amico-compagno di Cristina Saba, un operaio di 62 anni che abita a Uta. L’uomo, rintracciato poco dopo la morte della 40enne, è stato sentito a lungo e avrebbe fornito ai carabinieri la sua versione dei fatti, spiegando dove si trovava nella notte fra mercoledì e giovedì. L’attenzione degli investigatori è anche concentrata sul passato della donna, sulle conoscenze e le frequentazioni, oltre che sui precedenti. Secondo quanto affermato dai vicini di casa, infatti, la donna in passato avrebbe tentato di togliersi la vita.