La morte dello speleologo, un’agonia di sette ore nelle grotta

È durata sette ore l’agonia di Giuseppe Cuccu, 56 anni, infermiere laureato dipendente della Asl 7 di Carbonia e presidente del gruppo speleologico “Meta Cave” di Gonnesa, il paese dove risiedeva.

Erano circa le 14 quando, ormai conclusa l’escursione nella grotta di su Frastimu, sul Monte Onixeddu, era avviato verso l’uscita. Improvvisamente, un masso che si è staccato dalla parete l’ha colpito alla testa causandogli un grave trauma cranico.

I compagni dell’escursione (la “squadra” era formata complessivamente da otto persone) hanno dato immediatamente l’allarme. Ma tra di loro c’erano anche dei medici e dunque i primi soccorsi sono stati immediati. E, in un primo tempo, le condizioni del ferito non sono appare gravissime.

Di certo era necessario un ricovero urgente. Ma Cuccu non era in grado di muoversi autonomamente, e l’imboccatura della grotta è risultata immediatamente troppo stretta per il passaggio di una barella. Si è reso necessario l’intervento degli uomini del soccorso alpino che si sono messi al lavoro per allargare l’ingresso del cunicolo.

Cuccu – speleologo esperto – ha resistito fino alle 21, poi il suo organismo ha ceduto.

La notizia ha suscitato enorme cordoglio nel Sulcis. Giuseppe Cuccu, fratello di Ignazio, il presidente del consiglio comunale di Carbonia, era molto conosciuto anche per il suo impegno nel sociale. Testimoniato anche alla pagina Facebook, dove ai messaggi degli amici e ai post di carattere politico – l’ultimo dedicato alle elezioni regionali – si alternano commenti sulla lotta ai tumori e sulla disabilità.

Nel giugno scorso il gruppo speleo di Gonnesa aveva scoperto, sui monti dell’Iglesiente, una nuova grotta costituita da due pozzi profondi tra i 150 e 200 metri. La notizia era stata ripresa e commentata negli ambienti speleologici nazionali.

Gli esperti del Soccorso alpino hanno lavorato tutta la notte per riportare in superficie il corpo senza vita di Cuccu. Le operazioni di “disostruzione”‘, ossia gli interventi compiuti per allargare il cunicolo e consentire il passaggio della barella sono terminate intorno alle 4:30 mentre il corpo senza vita dello speleologo è stato portato in superficie alle 7:30. A supportare le operazioni di soccorso e assistenza sono intervenuti i volontari di Soccorso Iglesias, l’associazione che si occupa di protezione civile che hanno allestito il campo base all’esterno con fari e punto assistenza. Alle operazioni hanno lavorato una ventina di specialisti.

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