Ucraina, 41enne di Carbonia scappa con moglie e bimbo: “Sarà un genocidio”

“Dovete dire che stiamo rischiando una terza guerra mondiale, deve essere chiaro a tutti”. Riccardo, 41 anni, un lavoro da avvocato in uno studio legale importante, l’altro giorno ha preso due valigie e ha lasciato l’Ucraina insieme alla moglie Iryna, di 35, e al figlioletto di un anno. Destinazione Carbonia, dove Riccardo è nato e dove la sua famiglia vive.

Contattato al telefono da Sardinia Post, Riccardo racconta ogni dettaglio, ogni paura, ogni preoccupazione. Adesso lui e la moglie sono al sicuro a Roma, terzultima tappa del viaggio prima di arrivare a Cagliari, sempre in aereo, e poi raggiungere il Sulcis. “Siamo partiti da Kharkiv“, la seconda città più popolosa dell’Ucraina con quasi un milione e mezzo di abitanti. Lì Riccardo faceva l’avvocato mentre la moglie la docente universitaria, nell’ateneo di Kiev, “in modalità online, vista la pandemia”.

Kharkiv dista appena una trentina di chilometri dal confine russo. E infatti “siamo mesi che noi temevamo l’invasione. Da novembre Putin ha cominciato a spostare l’esercito al confine con l’Ucraina”. L’altra notte l’attacco e la decisione di lasciare in fretta e furia il Paese “per salvare il nostro bambino. Noi – prosegue Riccardo – ce l’abbiamo fatta, tanti altri amici no“.

Da Kharkiv, la famiglia di Riccardo ha preso un volo verso la Polonia e da lì per Roma, dove Riccardo, la moglie e il figlioletto si trovano mentre al telefono il 41enne racconta l’incubo. “Da mesi – racconta ancora – temevamo l’attacco. I russi erano sempre più minacciosi. Noi non saremmo voluti partire, ma abbiamo voluto evitare al nostro bambino l’inferno del genocidio. Perché questo succederà”.

Al telefono sembra che Riccardo stia raccogliendo le forze per dire la verità che più lo tormenta: “L’Occidente deve capire che Putin è un nemico. Non si fermerà con Ucraina. Agli europei questo sfugge, questo non è chiaro. L’attacco all’Ucraina era un attacco a tutto il mondo libero. Russia e Cina vogliono rivoltare tutto, vogliono cambiare l’ordine mondiale”.

Riccardo racconta che “l‘Ucraina è un paese democratico, come le Repubbliche baltiche e la Georgia, ma l’unico tra gli Stati più grandi dell’ex Unione Sovietica. Gli ucraini si sentono europei. Invece Putin vuole la russificazione. Putin non accetta l’etnia ucraina, la lingua, le tradizioni. Non accetta l’esistenza di un popolo ucraino. Gli oppositori verranno eliminati nei gulag“.

A Riccardo si può solo rispondere di essere a disposizione, se lui e la sua famiglia ne avranno bisogno. Di certo domani a Cagliari, con ritrovo alle 10 in piazza Garibaldi, ci sarà una manifestazione contro la guerra e l’invasione di Putin.

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