Smerciavano farmaci anabolizzanti, che recuperavano nei paesi dell’Est, ma anche in alcuni canali illegali in Sardegna. Cinque personal trainer sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri. L’operazione, che fa parte di un’ampia indagine denominata ‘Mr. Big’, è stata condotta dagli specialisti del Nas. I destinatari dei provvedimenti restrittivi eseguiti all’alba vendevano i farmaci anabolizzanti illegali a culturisti agonisti e giovani frequentatori delle palestre del Cagliaritano
È stata la denuncia di una madre, preoccupata perché il figlio faceva uso di sostanze anabolizzanti, a far scattare le indagini dei carabinieri del Nas. In cella è finito Giuliano La Colla, 47 anni. Ai domiciliari Corrado Bellosi, di 45; Pierpaolo Melis, di 35; Nicola Salisci, di 29; Mattia Podda, di 40. Tutti personal trainer che gravitano nel palestre del Cagliaritano. Dieci le persone indagate. Tra i denunciati anche un genitore che si è appropriato di un farmaco particolarmente costoso e ricercato tra i bodybuilders, togliendolo dalla terapia destinata al figlio minorenne e cedendolo per la vendita.
Gli accertamenti sono partiti nel 2019 a seguito della denuncia della mamma di un giovane atleta di bodybuilding. Gli arrestati – è stata spiegato in conferenza stampa nella sede del comando provinciale dell’Arma – gestivano il commercio di anabolizzanti in tutta la Sardegna. Recuperavano i farmaci comprandoli online o in alcune farmacie compiacenti e poi li rivendevano a sportivi e bodybuilder frequentatori di palestre.
Le sostanze dopanti, particolarmente dannose per la salute sia sotto il profilo medico (per la capacità di alterare i regolari processi biologici dell’organismo) sia che sotto il profilo psicologico, una volta che illecitamente venivano importate dall’estero o reperite in alcune farmacie che le dispensavano senza la prescrizione medica, finivano sul florido mercato della provincia di Cagliari ed erano destinate ad altri venditori e atleti che le assumevano per migliorare le proprie prestazioni anche in occasione delle gare agonistiche.
Alcuni degli indagati sono accusati anche di aver esercitato abusivamente la professione medica: avrebbero infatti prescritto programmi alimentari e terapie a diversi atleti. Nel corso delle indagini sono state sequestrate 1.000 compresse e 75 fiale di sostanze dopanti.
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