Test negatività, cosa offre il mercato: “Da 36 a 100 euro, ma pochi reagenti”

Se il presidente Christian Solinas tace, cominciano a parlare i laboratori analisi. E viene fuori che al momento c’è una sola strada per provare a ottenere il certificato di negatività che la Giunta – pur senza spiegare i dettagli – ha deciso di chiedere ai turisti per questa stagione 2020. La strada è il test sierologico, il cui costo varia dai 36 ai 100 euro, ha ricostruito l’Ansa.

Per test sierologico si intende l’esame del sangue, da cui si possono ritnracciare due tipi di anticorpi: IgG e IgM. Si arriva a 100 cento euro se appunto si chiede l’analisi di entrambi. “Il problema – dice Enrico Tinti,
presidente regionale di Federlab, una delle tre associazioni che rappresenta nell’Isola il settore dei laboratori – sono i kit e i reagenti, che al momento si ha difficoltà a reperire. Ci sono aziende produttrici che stanno dando disponibilità ad altre realtà come il Piemonte (dove il Covid-19 è più diffuso), quindi in Sardegna non stanno arrivando gli ordini richiesti”.

Resta il fatto che dal test sierologico non viene fuori la negatività al virus, a differenza di quanto chiede la Giunta Solinas e questo è un problema che andrà risolto. L’esame del sangue certifica unicamente la presenza (o meno) degli anticorpi. I quali si sviluppano anche con la malattia in corso. La Regione, invece, col documento di negatività vuole evitare, per quanto possibile, l’arrivo degli asintomatici, ugualmente contagiosi. Un metodo, questo della verifica preventiva, che trova fondamento nella proposta del Comitato scientifico sardo e si tratta di una strategia importante nel contenimento del virus. I malumori che stanno emergendo riguardano appunto il percorso per ottenere il certificato richiesto: alla Giunta viene rimproverato il fatto che sta offrendo una soluzione poco praticabile.

Stando a quanto spiega Tinti, in Sardegna “sono una decina i laboratori analisi che si stanno attrezzando per fare i test sierologici”. E comunque chi arriva nell’Isola per le vacanze, il certificato di negatività deve averlo già in tasca. Semmai gli stessi sardi possono farsi l’esame, per capire appunto se hanno contratto o meno il virus. Ciò può avere dei vantaggi sul piano della quotidianità, perché avendo sviluppati gli anticorpi, è più basso il rischio di un nuovo contagio (sebbene non escluso, hanno ricostruito gli scienziati).

Quanto ai risultati del test, Tinti spiega ancora: “Vengono effettuati con il classico prelievo venoso e hanno un’attendibilità che si attesta tra il 99,2 e il 99,5 per cento, quindi possono essere considerati molòto precisi. Il problema è che il virus a volte si comporta in maniera particolare. Quindi in caso di anticorpi sviluppati, è  consigliato di richiedere tampone di controllo”. Proprio per capire se la malattia è in corso o meno. “Tuttavia – conclude il presidente di Federlab – il virus può sfuggire persino al tampone, qualora non sia presente nel campione di mucon faringeo che viene prelevato”.

 

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