Test agli arrivi nell’Isola, si teme caos. Gli autotrasportatori: “Code nei porti”

Gli autotrasportatori sardi temono il caos nei porti a causa dell’ordinanza del presidente Christian Solinas sulle regole di ingresso all’Isola in vigore fino al 24 marzo. La norma, infatti, non prevede vie preferenziali per i conducenti dei tir, circa 400 solo quelli che quotidianamente rientrano nell’Isola attraverso i porti del Nord Sardegna, che fanno spola con il resto d’Italia. Secondo quanto disposto, quindi, a ogni rientro gli autisti dei mezzi dovranno sottoporsi al tampone, certificare la negatività o stare fermi in quarantena.

“Per la terza volta nel giro di un anno ci troviamo in questa situazione, è una storia già vissuta – commenta Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – di fatto, da lunedì prossimo a ogni rientro nell’Isola, rischieremo di essere costretti a una via crucis fatta di attese snervanti e tempo perso”.

“Specificando di essere totalmente d’accordo sul tutelarci e tutelare la Sardegna in zona bianca – continua Mellino – sarebbe però necessario ricordarsi che quando gli autisti rientrano nell’Isola non lo fanno per vacanza o per diletto, lo fanno per tornare a casa dai loro cari o, per la maggior parte delle volte, per scaricare materiale deperibile da consegnare al più presto; parliamo di derrate fresche, medicinali oppure bestiame vivo e tantissime volte autisti e mezzi hanno i minuti contati per svuotare i rimorchi, ricaricarcarli per poi imbarcarsi nuovamente”.

“La nostra paura è che ci vogliano ore per effettuare i test – sottolinea il presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – quindi chiediamo corsie differenziate, dedicate e rafforzate da personale sanitario per tagliare al massimo i tempi di attesa. Noi faremo la nostra parte, come l’abbiamo sempre fatta, ma vorremmo non essere penalizzati nel nostro lavoro”.

“È necessario lavorare per scongiurare ciò che sta succedendo al Brennero dove, per varcare i confini verso l’Austria, gli autotrasportatori sono costretti a ore e ore di file chilometriche per effettuare quotidianamente i test anticovid”. “In ultimo – conclude Mellino – vorremmo ricordare che noi siamo quelli che hanno consentito alla Sardegna, e a tutto il Paese, di andare avanti quanto tutto era chiuso e la prima ondata di virus aveva messo KO l’Italia”.

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