Stadio Is Arenas, due anni a Cellino: cadono per tutti le accuse di peculato

Violazioni paesaggistiche nella costruzione dello stadio Is Arenas a Quartu. Per questo è stato condannato ieri a due anni di reclusione, senza la condizionale a causa dei precedenti penali, Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari calcio. L’ex presidente rossoblù è stato invece assolto – per non aver commesso il fatto – dall’accusa di peculato per i 365mila euro di soldi pubblici spesi nella costruzione di via Olimpia, di una recinzione attorno all’impianto e di una cabina elettrica. Tre opere che sarebbero dovute essere a carico della società rossoblù ma che invece, secondo gli inquirenti, erano state pagate dal Comune. La notizia è riportata oggi dai due quotidiani sardi che spiegano che i giudici hanno fatto cadere le accuse di peculato anche per l’ex sindaco quartese Mauro Contini e per l’allora assessore comunale ai Lavori pubblici, Stefano Lilliu: il giorno di San Valentino del 2013 finirono in carcere assieme a Cellino, su ordine di custodia cautelare del gip, proprio nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio.

L’altra condanna a due anni di reclusione, questa volta per il reato di falso, è stata pronunciata a carico dell’ingegnere comunale Andrea Masala, direttore dei lavori: era sua la firma su un documento che accertava lo stato di avanzamento dei lavori (ritenuto non veritiero) utilizzato per pagare ai privati la prima parte delle opere che sarebbero dovute essere invece sostenute dal Cagliari. Il collegio della prima sezione del Tribunale presieduto dal giudice Giovanni Massidda (a latere Manuela Anzani e Andrea Mereu) ha poi dichiarato prescritto il reato urbanistico nei confronti di Cellino, Marcello Vasapollo e Giacomo Manca di Villahermosa. Assolti con formula piena dall’accusa di falso e peculato sia il tecnico Raffaele Perra sia il geometra Graziano Mossa, così come Vasapollo e Manca di Villahermosa dagli illeciti paesaggistici.

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