Sindacopoli travolge anche il Pd ogliastrino. E spunta il secondo faccendiere

Ai domiciliari il presidente del Consorzio industriale Ogliastra (di nomina Pd) e il segretario dem a Cardedu. Il secondo faccendiere, invece, è romano.

Mimmo Lai e Antonio Piras: è il pezzo di Pd ogliastrino travolto oggi dall’inchiesta di Sindacopoli che ha fatto scattare tre ordinanze di custodia cautelare in carcere (dall’alba sono in cella Antonello Peru, Angelo Stochino e Salvatore Paolo Pinna) più tredici arresti domiciliari e un obbligo di dimora (qui tutti i nomi). In totale sono diciassette i nuovi indagati che portano a 95 gli avvisi di garanzia sinora emessi dalla Procura di Oristano per i presunti appalti sospetti in Sardegna (pm Armando Mammone).

Mimmo Lai è il presidente del Consorzio industriale dell’Ogliastra, nominato dal Pd a luglio 2014. Antonio Piras (più conosciuto come Tonino) è invece il segretario dei dem a Cardedu, altro piccolo centro dell’ex provincia di Lanusei-Tortolì: è sotto inchiesta in qualità di capo ufficio tecnico del Comune di Baunei. Al momento non si conoscono le ragioni che hanno fatto finire i due democratici ai domiciliari, ma questa seconda tranche investigativa è legata agli appalti della Sassari-Olbia e alla progettazione dei porticcioli turistici di Tertenia e Tortolì.

E a proposito di dorsale del Nord Sardegna, il Girolamo De Sanctis indagato è il patron della omonima società romana di costruzioni che nel 2012 si è aggiudicata il lotto numero 8. L’impresa costituì un’Ati (associazione temporanea d’impresa) con una cordata sarda di cui fa parte la Essepi engineering, la srl di Salvatore Paolo Pinna, considerato dagli inquirenti il faccendiere di Sindacopoli. La testimonianza di De Santis è stata decisiva per confermare l’esistenza delle tangenti, come scritto nell’ordinanza del gip: lo stesso imprenditore ha ammesso di averne pagata una da 300mila euro agli azzurri Peru e Stochino. L’appalto 8 aveva una base d’asta di 86,5 milioni, scesi a 70,7 per via dell’offerta economicamente più vantaggiosa prevista dal bando di gara.

Ma Pinna, ingegnere desulese, finito in carcere già un anno fa perché considerato la figura chiave della presunta cupola del malaffare, non svolgeva da solo il ruolo di intermediario: lo affiancava Giovanni Zallocco, anche lui ai domiciliari. Zallocco, costruttore di Roma, è patron della Erregi, lo studio di progettazione dei lotti 3 e 8 della Sassari-Olbia. Stando all’accusa, aveva però compiti marginali in Sindacopoli: la gestione della presunta consorteria, tra il livello più alto della politica e quello più basso formato da funzionari e amministratori delle stazioni appalti, era saldamente in mano a Pinna.

I 17 indagati di oggi sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Tra loro figurano i tre professionisti di Cagliari – Andrea Ritossa, Walter Quarto e Carlo Bernardini – che sono tutti ai domiciliari. Da fonti investigative filtra che nel capoluogo non ci sono appalti sospetti: il filone cittadino emersa in questa seconda tranche dell’inchiesta riguarda unicamente il ruolo dei professionisti. Gallurese è invece Giovanni Pietro Cassitta, ingegnere, ugualmente sotto inchiesta da oggi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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