Sfigurata con l’acido dal marito a Carbonia, chiesta riapertura del caso

“La Polizia di Stato ha organizzato un’iniziativa contro la violenza sulle donne chiamando Valentina Pitzalis a lanciare un suo messaggio, accreditando quindi le accuse nei confronti del marito deceduto. Tutto ciò in contrasto con l’articolo 27 della Carta costituzionale che stabilisce come l’imputato non sia considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Così all’ANSA l’avvocato Gianfranco Sollai, difensore dei genitori di Manuel Piredda, il giovane muratore di Gonnesa, nel Sulcis, morto a 28 anni il 17 aprile 2011 a seguito di un incendio nella sua casa di Cortoghiana. Quel giorno rimase gravemente ferita e sfigurata anche la sua ex moglie, Valentina Pitzalis, la quale, sopravvissuta per miracolo, ha raccontato sin da subito che il marito, da cui si era separata, le aveva dato fuoco cospergendola di benzina. La Procura della Repubblica di Cagliari aveva aperto un fascicolo per tentato omicidio e incendio doloso, ma poi il Pm e il Gip avevano dovuto archiviare per morte del reo, ritenendo comunque attendibile la testimonianza di Valentina.

“Piredda, indagato nonostante fosse deceduto non ha potuto nominare un difensore, né si è in alcun modo potuto difendere – spiega l’avvocato – Ciò nonostante, è stato considerato autore di delitti gravissimi, non solo dalla moglie separata ma anche dalle istituzioni”. La famiglia del giovane deceduto, negli anni, ha provato a contestare in varie sedi la ricostruzione dei fatti raccontati da Valentina che, nel frattempo, è diventata un simbolo della violenza subita dalle donne, girando l’Italia e portando la propria testimonianza. Ancora oggi, nel volto e nel corpo, la giovane donna sulcitana porta i segni del fuoco ed è costretta tutt’ora a sottoporsi a difficili e dolorose operazioni.

“Preciso che a carico del povero Manuel Piredda – ribadisce il legale – non solo non è stata emessa alcuna condanna, ma non ha assunto neppure la veste di imputato, come recita la Costituzione”. La famiglia del ragazzo ha conferito l’incarico allo stesso Sollai per chiedere alla Procura la riapertura del procedimento penale. Il 14 ottobre scorso l’avvocato ha presentato l’esposto sollecitando i magistrati cagliaritani ad indagare di nuovo sul caso.

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