Sclerosi multipla, seimila sardi malati: il doppio della media nazionale

In Sardegna ci sono 6225 malati di sclerosi multipla, circa tre ogni mille abitanti, il doppio della media nazionale; la maggior parte sono donne, e l’incidenza è più alta nel territorio dell’Ogliastra e nelle zone interne, più bassa nei territori costieri. La fotografia sulla situazione della sclerosi multipla nella nostra regione è frutto di un tavolo tecnico voluto nel dicembre 2015 dall’Assessorato regionale alla Sanità, con decreto firmato dall’assessore Luigi Arru, che è stato coordinato dagli uffici regionali e ha coinvolto Il Multiple Sclerosis Management Lab, la Sda Bocconi e Biogen Italia con il supporto della Sin – Società italiana di neurologia e la collaborazione di Aism – Associazione italiana di sclerosi multipla.

I risultati, presentati questa mattina negli uffici dell’assessorato a Cagliari, non sono certo confortanti: in Sardegna ci si ammala più che nel resto del paese. Tuttavia il lavoro di analisi e monitoraggio, il primo del genere in Italia, è un grande punto di partenza per approfondire gli studi e proporre nuovi modelli per la cura della malattia.

“La corretta gestione della malattia richiede anche saper interpretare i bisogni dei pazienti coinvolgendo associazioni di malati e cittadini con l’obiettivo di trasmetterli a medici e professionisti – ha sottolineato Luigi Arru – . Il monitoraggio, inoltre, è fondamentale anche per la valutazione dei costi sanitari: vista l’alta prevalenza di malati in Sardegna, la sclerosi multipla ha dei costi per i quali è necessario sollecitare anche un intervento nazionale”.

I numeri emersi dopo un anno di lavori del tavolo tecnico sono stati illustrati da Antonello Antonelli, assessorato regionale alla Sanità: “Nel mondo, secondo i dati più recenti, esistono 2,3 milioni di malati di sclerosi multipla, con una incidenza che aumenta a mano a mano che ci si allontana nell’equatore, verso il sud e il nord del mondo; in nord Europa e in Canada ci sono numeri altissimi. In Italia si contano circa 68 mila pazienti, con una media di 113 casi ogni 100 mila persone. In questo panorama la Sardegna, con 6225 casi, 337 ogni 100 mila persone, registra un’incidenza molto forte, il doppio di quella nazionale”. La malattia colpisce soprattutto le donne; quasi la metà dei malati ha tra i 45 e i 44 anni, il 43,6 % sono compresi tra 16 e 44 anni; sei pazienti su dieci sono sotto trattamento farmacologico.

“Finora esistevano soltanto dati locali – sottolinea Antonelli – e mancava una analisi complessiva regionale: grazie a questa oggi possiamo avviare nuove riflessioni e pensare anche a un monitoraggio ancora più preciso, cioè un registro regionale della patologia”. La mappa dei pazienti mostra numeri più alti  nell’Ogliastra e nel Nuorese, le cifre diminuiscono nelle zone costiere: una distribuzione che fa pensare a una predisposizione genetica che, combinata con fattori ambientali e stili di vita (fumo, obesità, carenza di vitamina d, carenza di attivita fisica), può portare a un maggiore sviluppo della malattia.

I risultati dello studio, che sarà divulgato anche in inglese, fotografa inoltre la situazione della cura della sclerosi multipla in Sardegna con i maggiori centri tra l’ospedale Binaghi di Cagliari, il San Francesco di Nuoro e la clinica neurologica di Sassari; mancano invece centri specialistici nel Sulcis – Iglesiente, nell’Ogliastra e nell’Oristanese.

“Grazie alle informazioni che abbiamo raccolto potrà partire la costruzione della Rete clinica per la Sclerosi Multipla. L’obiettivo è migliorare rispetto alla situazione attuale – dichiara l’assessore della sanità Luigi Arru – con un sistema di offerta più equo di quello esistente e che non lasci nessun territorio privo di assistenza, per dare risposte concrete alle esigenze dei malati e dei loro familiari. La Regione formalizzerà a breve il modello di governance condivisa individuato dal Tavolo – conclude il titolare della Sanità – che si basa sulla suddivisione in tre grandi aree territoriali – Nord, Centro, Sud – e sul dialogo e la collaborazione fra tutti gli attori, in modo da riempire gli spazi geografici attualmente privi di servizi”.

Francesca Mulas

 

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