Sardegna Uno, i lavoratori: “Il futuro governatore metta ordine nel sistema dell’editoria”

L’assemblea dei lavoratori di Sardegna Uno Tv ha proclamato altre quattro nuove giornate di sciopero totale in audio e video. Giornalisti e tecnici si asterranno dal lavoro sino a domenica 16 febbraio, giorno delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale. L’informazione di Sardegna Uno per la prima volta dal 1987 – hanno sottolineato Cdr e Rsu – sarà assente per tutta la durata della campagna elettorale. Lo scorso 16 gennaio i lavoratori avevano, infatti, deciso di disertare l’apertura della manifestazioni elettorali di tutti i candidati alla Presidenza per denunciare “la grave situazione finanziaria-gestionale dell’emittente e segnalare il rischio concreto della scomparsa di una voce storica dal panorama editoriale isolano. Il tentativo del direttore Mario Tasca, con la collaborazione del giornalista Marco La Picca, di mandare in onda un telegiornale-farsa, nonostante lo sciopero dei dipendenti, è miseramente fallito. I danni causati all’immagine dell’emittente da questa decisione scellerata sono sotto gli occhi di tutti. Nel frattempo l’azienda ha deciso di aprire la procedura per il licenziamento di 13 dipendenti, il 50% della forza lavoro. Un provvedimento annunciato, l’epilogo di un percorso avviato lo scorso 30 luglio con la cessione di Sardegna Uno da parte dell’editore-banchiere Giorgio Mazzella (presidente di Banca di Credito Sardo-Gruppo Intesa) a una cordata di tre imprenditori: Sandro Crisponi, ad col 71% delle quote, Luigi Ferretti, patron del network 7Gold col 19% e Mario Tasca 10%. I nuovi soci non hanno fornito nessuna garanzia finanziaria. Nessun piano di rilancio è stato presentato alle organizzazioni sindacali. In questi mesi la nuova proprietà ha adottato la tattica del rinvio: l’azionista di maggioranza ha atteso il 31 gennaio, data di scadenza del Contratto di solidarietà, per annunciare i tagli al personale. Un piano che lavoratori e sindacati contrasteranno con tutti i mezzi a disposizione”.

“Bene hanno fatto Associazione della Stampa Sarda, Fnsi e Cgil – hanno aggiunto Cdr e Rsu – a chiedere alla Giunta Regionale la sospensione dei contributi pubblici a favore dell’emittente. Continuare a elargire risorse a un’azienda che non paga i dipendenti da mesi, non versa i contributi al loro fondo complementare e decide di licenziare sarebbe immorale. I lavoratori apprezzano la decisione del presidente Cappellacci di sospendere la delibera con la quale si stanziavano 268.000 euro a favore di Sardegna Uno per l’acquisto di filmati d’archivio per Sardegna Digital Library. Al futuro Presidente della Giunta chiedono, invece, di metter ordine al sistema dell’editoria attraverso una legislazione organica che cancelli i criteri di discrezionalità nell’erogazione di contributi alle aziende”.

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