Sardegna 1, la mobilitazione dei lavoratori non si ferma: sciopero oggi e domani

Non si ferma la mobilitazione dei lavoratori di Sardegna Uno Tv. Il Cdr e le Rsu aziendali, su indicazione dell’assemblea riunita ieri a Cagliari, hanno deciso di proclamare altre due giornate di sciopero per oggi e domani. Giornalisti e tecnici parteciperanno questa mattina alle 11 all’assemblea congressuale della Cgil in programma nella sede del sindacato in viale Monastir. Nei giorni scorsi – spiega una nota dei sindacati – è stato consegnato un documento-denuncia a tutti i candidati alla Presidenza della Regione sui temi del pluralismo dell’informazione e sui criteri di erogazione delle risorse pubbliche alle aziende editoriali. Materia che il prossimo governo regionale dovrà regolare con urgenza per evitare che in Sardegna si ripetano situazioni grottesche come quella della nostra emittente. La politica non deve più permettere che un organo di informazione passi di mano senza nessun controllo.

“Sardegna Uno, voce storica dell’informazione isolana – prosegue la nota – lo scorso luglio è stata ceduta da Giorgio Mazzella, presidente di Banca di Credito Sardo-Gruppo Intesa, per 4000 euro a una cordata formata da tre soggetti: Sandro Crisponi (71%), Luigi Ferretti (19%), Mario Tasca (10%.) Questi tre signori, in questi cinque mesi di gestione, hanno continuato ad accumulare debiti nei confronti dei propri dipendenti senza dare nessuna indicazione sul futuro, giocando sulla pelle di 26 famiglie. Mancano all’appello cinque spettanze, oltre ai contributi e alle quote Tfr non versate al Fondo Complementare. Il prossimo 31 gennaio scadrà il secondo anno del contratto di solidarietà, con il quale i dipendenti della tv si sono tagliati gli stipendi del 33%. Un sacrificio che ha consentito all’emittente di stare a galla nonostante l’insipienza del vecchio e nuovo management. La televisione sta morendo – concludono i sindacati – ma nessuna azione è stata messa finora in campo dall’attuale gruppo dirigente, nessuna risposta è stata data alle domande rivolte dai sindacati”.

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