Sardegna 1, in arrivo i contributi pubblici ma l’emittente licenzia 13 dipendenti

Cinquanta giorni di sciopero, mesi e mesi di stipendi e contributi in arretrato, tredici persone in via di licenziamento: è il triste bilancio che oggi si registra per l’emittente televisiva Sardegna 1, e le prospettive per l’azienda appaiono sempre più nere.

Questa mattina i lavoratori della tv hanno organizzato un sit-in a Cagliari, in viale Bonaria, e non per caso davanti alla sede della Banca di Credito Sardo di cui Giorgio Mazzella, editore di Sardegna 1, è presidente. Accanto ai dipendenti c’erano le associazioni Comitato 16 Novembre, Associazione Consumatori Sardegna – Onlus, Confederazione Sindacale Sarda, Presidio Piazzale Trento, Comitato Scuola Città, Sardigna Natzione per manifestare solidarietà ai lavoratori e ricordare il grave danno che la pluralità dell’informazione isolana incontrerà se la vertenza non sarà risolta.

“Sono passati otto mesi da quando abbiamo iniziato la mobilitazione – sottolinea Giuseppe Giuliani, portavoce e giornalista – da allora non solo non abbiamo avuto rassicurazioni sul nostro futuro, ma l’azienda ha anche progettato un piano di ristrutturazione che prevede tredici licenziamenti: andranno a casa cinque giornalisti, quattro operatori e quattro tecnici, cioè il settore produttivo che realizza programmi e telegiornali”.

La ristrutturazione dell’emittente, annunciata il 4 febbraio scorso dai vertici (l’amministratore delegato Sandro Crisponi, Luigi Ferretti e Mario Tasca che nel luglio scorso hanno acquistato la società da Giorgio Mazzella per la quota simbolica di 4mila euro), taglierà dunque il lavoro editoriale e giornalistico in favore dell’acquisto di informazione e programmi già pronti. “Una trasformazione radicale di Sardegna 1, che trascurerà l’informazione per far posto a prodotti confezionati da altri. La Sardegna avrà in futuro una sola emittente sarda, ci chiediamo se la classe politica isolana potrà e vorrà permetterlo”.

Il problema di Sardegna 1 non è solo di gestione aziendale: la società incassa annualmente circa un milione di euro per contributi pubblici da Stato e Regione, nonostante ciò i dipendenti non ricevono gli stipendi da mesi e tredici di loro hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Sembra che saranno erogati regolarmente i fondi per le emittenti televisive da parte dello stato già approvati per il 2013, mentre ancora incerta è la quota in arrivo dalla Regione. Un mese fa l’ex presidente Ugo Cappellacci aveva comunicato che erano in sospeso 268mila euro già deliberati in favore di Sardegna 1 per l’acquisto di una serie di filmati da inserire nella Sardegna Ditial Library, ma “prima di procedere in ulteriori iniziative e approfondimenti, è indispensabile sgombrare il campo dal ‘macigno’ dell’avvio delle procedure di licenziamento”. Dei giorni scorsi il passo indietro dell’ex governatore: da rivedere finanziamenti futuri, ma i soldi già deliberati probabilmente finiranno nelle casse di Sardegna 1. “Un grave paradosso: con i contributi di stato e regione l’azienda pagherà i nostri licenziamenti“.

Questo pomeriggio lavoratori e sindacati incontreranno gli avvocati della società, nello studio Macciotta in viale Diaz. L’obiettivo è cercare ancora possibili soluzioni per evitare la crisi dell’azienda e scongiurare i licenziamenti.

Francesca Mulas

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