Riforma sanitaria, sindacati: “Sbagliata e pericolosa, 6 luglio sciopero”

Uno sciopero “contro i tagli e le riduzioni dei servizi sul territorio in una riforma sbagliata e pericolosa”. Così i sindacati  Funzione pubblica di Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno annunciato per il prossimo 6 luglio lo sciopero generale e unitario della sanità sarda e, in contemporanea, una manifestazione a Cagliari. Lo sciopero è stato annunciato ieri  poche ore dopo il via libera in commissione Sanità del Consiglio regionale alle linee di indirizzo per redigere gli atti aziendali della Asl unica (Ats), delle due Aou di Cagliari e Sassari e dell’Azienda Brotzu che ha creato non pochi malumori. La stessa maggioranza di centrosinistra non si è presentata compatta all’appuntamento: Lorenzo Cozzolino del Pd e Augusto Cherchi del PdS hanno preferito astenersi dal voto. I consiglieri di minoranza hanno abbandonato i lavori della commissione, mentre Emilio Usula dei Rossomori ha votato contro.
“L’approvazione delle linee guida sugli atti aziendali è un fatto importante che conferma che la maggioranza, pur con le diverse sensibilità al suo interno, si presenta compatta nei momenti che contano”, hanno sottolineato il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru, commentando il parere favorevole della commissione alla delibera. “Anche sulla rete ospedaliera si va avanti spediti – assicurano governatore e assessore – lo abbiamo stabilito tutti insieme nel confronto di questa mattina in maggioranza, consapevoli che il centrosinistra si caratterizzerà per le riforme indispensabili che riuscirà a portare a termine”. La riorganizzazione della rete ospedaliera dovrebbe essere approvata dall’Aula entro la pausa estiva, ma intanto sono arrivate le prese di posizione dei sindacati, con la proclamazione dello sciopero generale e quelle politiche.
“Abbiamo abbandonato la seduta della commissione salute per segnalare l’atteggiamento arrogante e sfrontato della maggioranza, che non ha permesso all’opposizione di proporre degli emendamenti per rendere migliore il progetto delle linee guida sugli atti aziendali del sistema sanitario”. Così il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda commenta l’uscita da parte della minoranza durante il voto per le linee di indirizzo sugli atti aziendali. “Si dovrebbe prendere atto del fatto che già dalla precedente seduta la maggioranza è arrivata senza i numeri in commissione, poi è stato accettato il rinvio dei lavori per approfondire l’esame del documento – aggiunge il vice presidente della commissioneo Edoardo Tocco, sempre di Fi – Siamo per una riforma della rete ospedaliera che non penalizzi i territori periferici e tenga conto delle istanze dei piccoli ospedali”.

Dello stesso avviso i Riformatori: “Il centrosinistra, come spesso gli accade, fa le cose al contrario: gli atti aziendali sarebbero dovuti essere la risultante non la premessa della programmazione sanitaria”, hanno evidenziato Franco Meloni, del Centro studi dei Riformatori, e il consigliere regionale Michele Cossa in merito al via libera della commissione Sanità sulle linee di indirizzo per gli atti aziendali. “Prima – spiegano – si sarebbe dovuta stabilire cosa si può offrire sul territorio, poi fissare il sistema di emergenza-urgenza (con anche le funzioni delle varie tipologie dì trasporto sanitario) e quindi, in base a queste due reti, definire la rete ospedaliera, l’aspetto più costoso e che maggiormente dipende dalle altre due. Solo dopo ha senso fare le linee guida da cui discenderanno gli atti aziendali: il numero e la qualità delle strutture territoriali e di quelle ospedaliere è legato alla programmazione dell’offerta dei servizi definiti nella stesura delle reti. L’alternativa – denunciano gli esponenti dell’opposizione – è quella di non fare la programmazione e affidare lo sviluppo del sistema all’equilibrio tra domanda e offerta dei servizi che si crea spontaneamente nell’evolversi e nell’incrociarsi delle diverse esigenze sotto il profilo sociale e tecnologico e anche del mercato, sia pure un mercato controllato come quello della sanità”.

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