Respinto il ricorso degli eredi di Sciola: ‘Caboni non ha violato il diritto d’autore’

La scrittrice Cristina Caboni non ha violato il diritto d’autore per aver inserito le opere e un racconto di Pinuccio Sciola senza il consenso e i diritti dagli eredi del grande artista di San Sperate.

Lo ha decretato il Tribunale di Cagliari, che ha respinto il ricorso dei figli dello scultore Maria, Tomaso e Chiara Sciola, come riporta oggi il quotidiano L’Unione Sarda.

Il ricorso era stato presentato contro l’associazione Noarte, promotrice del libro ‘Da quassù’, testo di Cristina Caboni e illustrazioni di Flavia Cuddemi, per ottenere la sospensione della commercializzazione del volume e il ritiro delle copie vendute.

Come riporta il giornale il giudice Nicola Caschili ha dato ragione a Noarte, difesa dall’avvocata Patrizia Zanovello, con un’ordinanza di rigetto e condanna agli eredi Sciola al pagamento delle spese processuali (4.500 euro) all’associazione. Tra le motivazioni il fatto che “il libro non ha la finalità né giunge a realizzare una rappresentazione delle opere o delle attività dell’artista Sciola, ma le richiama quali elementi della bellezza culturale e artistica del paese museo”.

Gli eredi avevano contestato a Noarte di non aver richiesto “autorizzazione o consenso allo sfruttamento dei diritti patrimoniali sulle opere dell’artista e non ha citato la paternità delle opere”. Per la difesa, invece, “la scrittrice si è limitata a trarre ispirazione da una immagine di uccelli in volo utilizzata da Sciola nei testi richiamati dagli eredi. Sciola, intorno all’immagine, non ha costruito un racconto letterario con diritto d’autore”. E sulle illustrazioni, come riporta L’Unione Sarda, “non sono stati violati il diritto di sfruttamento patrimoniale dell’opera di Sciola, che non è stata pubblicata, riprodotta o replicata: non è possibile replicare una scultura con un acquarello”.

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