ARCHIVIO 2/ Rapina Banco di Sardegna, tre arresti: a Cagliari in dieci finirono in ostaggio

Sono tre le persone arrestate dai carabinieri con un blitz avvenuto all’alba di oggi a Nuoro: i militari dell’Arma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Cagliari, Ermengarda ferrarese: in manette sono finiti Elia Loi, 32 anni, allevatore; Stefano Arzu, 31 anni, anche lui allevatore; Mauro Cabras, 23 anni, disoccupato. Per gli inquirenti “sono inequivocabilmente individuati come i responsabili” della tentata rapina avvenuta il 5 agosto del 2016 a Cagliari, quando venne presa d’assalto l’agenzia del Banco di Sardegna.

Quel 5 agosto di un anno fa, i tre avevano tentato di rapinare l’agenzia del Banco a Cagliari travestendosi da carabinieri e prendendo
in ostaggio oltre dieci persone tra clienti e dipendenti che erano state immobilizzati utilizzando delle fascette di plastica legale ai polsi e poi rinchiusi in una stanza. Loi, Arzu e Cabras sono tutti residenti a Talana, nel Nuorese, dove alle prime luci di oggi sono arrivati i carabinieri. L’operazione ha coinvolto circa quaranta militari di Cagliari, Nuoro, Lanusei e dei Cacciatori di Sardegna. È invece ricercata una quarta persona che aveva fatto irruzione in banca.

Il colpo era andato a monte grazie al tempestivo intervento degli uomini dell’Arma che arrivarono appena la banda era riuscita ad aprire il caveau contenente 400mila euro. Ma proprio la concomitanza dei due eventi aveva obbligato Loi, Arzu e Cabras a scappare. In banca rapinatori avevano abbandonato due pistole cariche, il berretto da carabinieri usato per entrare nell’istituto di credito e altri indumenti. È stato possibile risalire ai tre presunti responsabili anche grazie agli accertamenti tecnici e scientifici fatti dagli specialisti del Ris.

Loi, Arzu e Cabras sono accusati di tentata rapina pluriaggravata, porto di arma clandestina, ricettazione e danneggiamento a seguito di incendio. Per il colpo i tre avevano utilizzato due pistole: una calibro 9×21 con numero di matricola cancellato e un revolver calibro 40 risultato rubato oltre 20 anni fa in provincia di Nuoro. Si tratta di due armi armi dalla “potenza devastante”: secondo i carabinieri, i rapinatori avevano messo in conto di sparare per assicurarsi la fuga. I componenti della banda avevano effettuato diversi sopralluoghi prima di agire e pianificato ogni cosa.

Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma, in a travestirsi da carabinieri per entrare in banca erano stati Stefano Arzu
cugino di Raffaele e Luca Arzu e fratello di Sergio, tutti già coinvolti in rapine e assalti a portavalori – e un altro bandito che non è stato ancora identificato. Una volta all’interno della filiale, avevano obbligato i dipendenti ad aprire le porte per fare entrare Elia Loi. Mauro Cabras era invece fuori a fare il palo. Dopo aver immobilizzato dipendenti e i clienti – tra gli ‘sfortunati’ anche il presidente di Confcommercio Alberto Bertolotti – hanno atteso l’apertura del caveau, ma sono stati costretti a fuggire da una finestrella a bocca di lupo che affacciava sul retro della banca a causa dell’arrivo dei carabinieri. Sarebbe stato Cabras ad avvertire i complici: era fuori ad attenderli a bordo di un’Audi A3 a lui intestata, anche se per la fuga era stato parcheggiato poco distante un furgone rubato nel Nuorese il mese prima. La banda era tornata in serata a recuperalo: il mezzo è stato poi trovato bruciato a Sestu.

Nella conferenza odierna convocata al comando provinciale di via Nuoro a Cagliari, è emerso che dagli indumenti e dalle pistole lasciati in banca dalla banda è stato possibile recuperare indizi dei presunti responsabili, Soprattutto il profilo del Dna di Elia Loi. A carico del 32enne è anche arrivata l’accusa di aver partecipato alla rapina messa a segno il 4 settembre del 2004 all’ufficio postale di Lotzorai, in provincia di Nuoro.

Nelle immagini sotto i fotogrammi del colpo del 2016: sono stati recuperati dalle telecamere interne della banca.

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