Gli ex amministratori provinciali di Cagliari chiederanno al Capo dello Stato di applicare l’articolo 50 dello Statuto e di sciogliere il Consiglio regionale per gravi atti contrari alla Costituzione, sulla base del commissariamento della Provincia di Cagliari, sul quale il Tar Sardegna ha rilevato profili di incostituzionalità e ha rimesso gli atti alla Consulta.
Inoltre annunciano la presentazione di una richiesta di sospensiva sugli effetti del commissariamento che, se accolta, riporterà gli amministratori a guidare l’ente. “Il Tar ha certificato che in Sardegna si è creato consapevolmente un caos istituzionale voluto dalla maggioranza di centrodestra in Regione – ha spiegato il presidente del coordinamento amministratori provinciali per la difesa della democrazia ed ex capogruppo del Pd in consiglio provinciale di Cagliari, Stefano Delunas -. Sapevano bene che sarebbe andato in questo modo, ma c’era un sottile gioco elettorale e qualcuno ha giocato sulla buona fede di 500 mila sardi. Oggi arriva dal Tar un atto d’accusa nei confronti di Cappellacci e dei Riformatori, Invitiamo – ha aggiunto – pertanto Cappellacci ad annullare il decreto di nomina del commissario che dovrebbe a sua volta dimettersi”.
Secondo il consigliere regionale di Unidos ed ex consigliere provinciale di Cagliari, Alessandro Sorgia, “è il metodo che va contestato e non la riforma: non si possono cambiare le carte in tavola, quando ci sono delle leggi da rispettare e la legge dice che bisogna indire nuove elezioni, certificando il caos istituzionale e il vuoto amministrativo. E siamo solo all’inizio”. L’ex presidente del Consiglio provinciale Roberto Pili, ha spiegato che “in questo momento di crisi drammatica, i cittadini chiedono un sistema istituzionale adeguato. La risposta, cioè cancellare il governo di area vasta, però è stata insufficiente se non sbagliata. Oggi è la stessa Bocconi a dirci che la cancellazione delle Province non porta risparmi ma ad un incremento di costi di 600 milioni”.