Prof all’Accademia di musica, quattro liutai sardi in cattedra per 200 studenti

(Ansa) – Pochi, ma di qualità. Diciotto, secondo i dati di Confartigianato, in tutta la Sardegna. Sono i liutai sardi e rappresentano una nicchia di eccellenza dell’artigianato isolano. Nelle loro botteghe nascono gli strumenti fatti a mano, dalle locali launeddas ai più classici violini e chitarre. Di loro si è accorta anche l’Accademia internazionale di musica di Cagliari che, per la prima volta nella sua storia, ha avviato una collaborazione con loro. Protagonisti Pietro Virdis di Pattada, Ettore Uzzanu di Sassari, Marco Anedda di Villaputzu (ma vive da tempo in Toscana) e Davide Demurtas di Alghero. Gli artigiani della musica si metteranno al servizio della 18esima edizione dell’Accademia, che sino al 4 settembre ospiterà, con il conservatorio Pierluigi da Palestrina, duecento musicisti da tutto il mondo con concerti e lezioni. I liutai durante i giorni delle masterclass faranno conoscere le loro creazioni agli studenti. E si metteranno a disposizione dei virtuosi per aiutarli nel caso in cui si dovessero trovare in difficoltà.

È l’avvio di un percorso che vuole valorizzare un settore comunque già molto apprezzato dagli addetti ai lavori. Pietro Virdis, nel suo laboratorio al centro di Pattada, crea violini, viole e
violoncelli che viaggiano ormai in tutto il mondo. Tutto fatto a mano seguendo istruzioni e tecniche di mezzo millennio fa. La fatica e la precisione si misurano in ore di lavoro: tante, soprattutto per realizzare un violoncello. E i prodotti partono da Pattada e arrivano sino all’Australia. Ettore Uzzanu, di Sassari, è specializzato nei violini, rigorosamente costruiti in bottega. Ma per fare bene le cose, la vita non è così semplice. “Il materiale – racconta – si deve scegliere nel nord Italia. Gli strumenti richiedono soprattutto una stagionatura di aceri e abeti non compatibile con il clima della Sardegna: sono piante dell’arco alpino”. E dietro ogni pezzo c’è anche questo: un viaggio per pescare il legno migliore. Esperto nella realizzazione di violini anche Marco Anedda, nato a Cagliari, cresciuto a Villaputzu e ora in Toscana, dove a Monterchi ha un laboratorio visitato anche dai curiosi e può vantare una fitta rete di contatti con vendite che superano spesso i confini italiani, con Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Belgio in cima alla lista. Anedda ha studiato a Gubbio, alla scuola internazionale per liutai. Davide Demartis, maestro restauratore, è di Alghero: si occupa principalmente di archi e anche della realizzazione di strumenti barocchi e viole da gamba. “È un lavoro – spiega all’Ansa – che senza la passione non avrebbe senso. La mia è nata mentre suonavo la chitarra. Da lì è cominciato un percorso che mi ha portato a voler conoscere sempre meglio gli strumenti, a ripararli, a restaurarli e a produrli”.

La produzione musicale sarda non finisce certo con gli ospiti dell’Accademia. A Seneghe ad esempio c’è una bottega che è il paradiso degli strumenti tradizionali sardi: pipiolus, benas, flautu e canna, tumbarinos e tanto altro. Comprese le immancabili launeddas. “Parliamo di piccoli numeri – mette in luce Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato imprese Sardegna parlando dei liutai sardi in generale – ma che, come i settori di nicchia ad alta specializzazione, possono dare una possibilità di indirizzo anche alle ataviche difficoltà d’impiego giovanile”.

[Nella foto un violino realizzato da Marco Anedda]

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