Processo sul “finto” sequestro, Doddore Meloni accusa Procura e Polizia

Al processo che lo vede imputato di simulazione di reato per il sequestro di cui afferma di essere stato vittima nel mese di febbraio 2013, il presidente del Movimento indipendentista Meris, Salvatore Meloni, ribalta i ruoli e accusa la Procura della Repubblica e la Polizia di Stato di scarsa diligenza nelle indagini. E’ successo questa mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale di Oristano Maurizio Lubrano. Conclusa la deposizione di un assistente capo del Gabinetto di Polizia scientifica di Cagliari che aveva raccolto ed esaminato alcuni reperti alla ricerca di tracce utili a fare luce sul misterioso rapimento, Meloni ha reso una dichiarazione spontanea accusando Polizia e Procura di non aver disposto alcun esame sugli abiti e sugli scarponi che indossava il giorno del sequestro. “L’esame sui campioni di terreno che sicuramente avrebbero trovato potevano dare informazioni importanti sui luoghi dove sono stato tenuto prigioniero. Sono indagini di routine che si fanno sempre”, ha detto Meloni chiedendosi come mai invece non siano state fatte nel suo caso. Le dichiarazioni di Meloni, rese in lingua sarda, sono state raccolte senza l’ausilio dell’interprete, che in questo processo è stato nominato solo per la traduzione degli atti. La prossima udienza il 23 ottobre.

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