Processo Lirico, Zedda: “Crivellenti dava garanzie su corretta gestione”

“La Crivellenti l’ho conosciuta durante un incontro con Claudio Fava, tra il 2008 e il 2009. Me la presentò nel corso di un dibattito, stava collaborando con lui. Marcella mi dava garanzie di corretta gestione delle risorse e di risanamento perché arrivava dal teatro privato che operava con risorse proprie e con grandi nomi”. Lo ha detto il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, rispondendo alle domande del pubblico ministero Giangiacomo Pilia nel corso del processo che lo vede imputato, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale, di abuso d’ufficio per la nomina, poi giudicata illegittima dal Tar, della soprintendente del Teatro Lirico del capoluogo sardo, Marcella Crivellenti.

Un lunghissimo botta e risposta, quello tra Zedda e il magistrato inquirente, con il sindaco che ha cercato di ribadire come nella sua condotta ci sia stato unicamente il desiderio di risanare i conti del Lirico. “Una volta eletto – ha spiegato – mi accorsi immediatamente che il Teatro non era nelle condizioni di pagare gli stipendi. C’erano state molte mobilitazioni delle maestranze anche con flash mob, e c’era il rischio del fallimento della Fondazione. Chiesi a Marcella Crivellenti di darmi una mano e molte delle cose che mi diceva le riscontravo poi nei documenti contabili e sulla stato patrimoniale”. Ma la Crivellenti non era laureata e non aveva mai diretto “enti consimili”, come richiesto nella manifestazione di interesse. Anzi, il suo nome nemmeno compariva tra quelli che avevano presentato la candidatura alla poltrona più ambita del Lirico.

“Le chiesi se volesse fare il sovrintendente – ha ricordato Zedda – prima della manifestazione di interesse. Lei mi rispose di no, perché aveva già lavorato al teatro e i suoi rapporti con le maestranze erano logorati, ma mi propose Carlo Fontana“. Il pm Pilia ha poi contestato al sindaco che la sua vice, esperta di diritto amministrativo, l’avesse avvisato che la manifestazione di interesse fosse autovincolante (dunque non si poteva aggirarla con una nomina esterna senza annullare il bando), ma Zedda ha detto di non ricordare l’episodio. “Ho la colpa semmai – ha ribadito il primo cittadino, spiegando perché avesse tolto alcuni crediti non esigibili dal bilancio – di aver ripulito bilanci del Teatro che contenevano falsi, crediti finti, ma soprattutto un mare di debiti”. Un botta e risposta molto teso, quello tra accusa e imputato, con il pm che più volte ha chiesto a Zedda di non divagare con le risposte, ma col primo cittadino che non è apparso minimamente intimorito nel controbattere alla pubblica accusa. Il processo è stato aggiornato al 23 marzo prossimo.

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