Porto Torres, sarà riapero il caso Alina Cossu. La studentessa fu uccisa 25 anni fa

Il caso di Alina Cossu, la studentessa massacrata e uccisa nel 1988 a Porto Torres, sarà riaperto. Lo ha deciso il Gip del tribunale di Sassari Maria Luisa Lupinu che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Gianni Caria. Il pm titolare dell’inchiesta sull’omicidio della giovane ritrovata sotto la scogliera di Balai a Porto Torres, è convinto che i nuovi mezzi investigativi a disposizione delle forze dell’ordine e le nuove tecnologie per individuare il dna possano portare a una svolta decisiva e individuare, a distanza di 25 anni, l’assassino.

Alina Cossu si era difesa con tutte le sue forze e gli inquirenti sono convinti che sia ancora possibile trovare tracce genetiche del killer. Stamattina il Gip ha disposto la riesumazione del cadavere e la revoca della sentenza di non luogo a procedere “per non aver commesso il fatto” nei confronti di Gian Luca Moalli, un operaio di Porto Torres arrestato nel 1992. Contro di lui non vennero trovate prove e poco dopo tornò in libertà.

Nella nuova inchiesta della Procura di Sassari potrebbero rientrare anche altre tre persone, tutte di Porto Torres, finite in un fascicolo aperto nel 2008 e archiviato tre anni dopo. Un quarto ex indagato, Fermo Banfi, di 73 anni, si è ucciso alcune settimane fa gettandosi dalla finestra dell’ospedale di Sassari dove era ricoverato per una grave malattia. All’indomani della notizia sulla richiesta di riapertura del caso, gli avvocati che tutelano gli interessi della famiglia di Alina Cossu si erano detti “sicuri che prima o poi qualcosa di nuovo dovesse saltare fuori. Ora vediamo gli sviluppi”. I familiari avevano già espresso in maniera chiara il parere favorevole per la riesumazione del cadavere. E storie della cronaca nazionale insegnano che, anche a distanza di tempo, gli specialisti della Scientifica hanno saputo isolare tracce utili per risalire agli assassini.

 

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