Porto canale, verso cassa integrazione: confermato sit-in di protesta al Mise

Sit-in confermato a Roma: i portuali di Cagliari saranno davanti al ministero dello Sviluppo economico giovedì 29 agosto a partire dalle 14. Intanto cassa integrazione sempre più vicina per i 210 lavoratori della Cict, il principale terminalista del settore container del porto canale di Cagliari. È quanto scaturito dall’incontro di oggi tra azienda e Regione.

Dalla riunione, spiegano da viale Trento, è emersa la disponibilità della Cict ad attivare la procedura per la Cig a seguito di cessata attività, come previsto dal ‘decreto Genova’, proposta al tavolo del Mise nell’incontro dello scorso 31 luglio. Due le condizioni: che ci sia il preventivo accordo coi sindacati e che il 9 per cento a carico dell’azienda, se dovuto, si possa trasformare in un programma regionale di politiche attive.

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La Regione ha messo in evidenza il fatto che il tempo a disposizione sta terminando. E ha fatto presente che qualsiasi accordo dovrà essere fatto alla presenza e con la partecipazione del ministero del Lavoro e del Mise. Al termine dell’incontro è stata formalizzata un’ennesima richiesta di vertice urgente a Roma per trovare una via d’uscita. In assenza di una convocazione ufficiale, la Regione conferma che giovedì 29 accompagnerà i lavoratori nella capitale con l’obiettivo di farli ricevere dai rappresentanti dei ministeri.

Senza escludere l’ipotesi di chiedere l’intervento del Capo dello Stato. La Cict ha incontrato anche il presidente dell’Autorità portuale della Sardegna, Massimo Deiana. “È stata confermata dall’azienda la mancanza, al momento, di prospettive per il rilancio – spiega il numero uno dei porti sardi – Ma allo stesso tempo è stata manifestata la possibilità di lavorare tutti insieme per evitare i licenziamenti e approdare alla cassa integrazione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

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