Dovrà pagare 4.000 euro di ammenda un pescatore di frodo colto in flagrante dagli uomini della Capitaneria di porto di Olbia mentre pescava ricci di mare nell’area marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo, senza regolare permesso e in un periodo in cui non è consentito. L’uomo stava issando le ceste con dentro 500 ricci di mare della specie Paracentrotus lividus appena pescati a Porto San Paolo quando è stato sottoposto ai controlli della Guardia costiera su segnalazione del presidente dell’area marina protetta.
Il controllo ha permesso di scongiurare un danno ambientale. Le colonie di echinodermi, infatti, stanno attraversando un periodo di sofferenza nel mare delle coste sarde ed essendo un anello importante nella catena che consente la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità futura della filiera, non può essere trascurato. I ricci pescati sono stati restituiti al mare all’interno dell’area marina protetta di Tavolara. L’attività fa parte di una serie di controlli ambientali e sulla filiera ittica disposti dalla capitaneria di Porto di Olbia e proseguirà nelle prossime settimane.