Partorisce in un garage ma la piccola muore. Non sapeva di essere incinta

Ha rischiato di morire mentre dava alla luce una bambina, nata già morta, in condizioni igieniche estreme, nel bagno di una casa senza luce nè acqua a Santa Maria Coghinas (Sassari). Una storia drammatica pubblicata da “La Nuova Sardegna”. Il fatto è accaduto la sera dell’Epifania. Quando sono arrivati i soccorsi del 118 la neonata era già morta e anche la donna versava in gravissime condizioni. La casa in cui è avvenuto il parto – abitata dalla giovane coppia, lei 30 anni, lui 33 – era sprovvista di acqua e luce. Accompagnata in elicottero all’ospedale di Sassari, la donna non sarebbe più in pericolo di vita. Ai medici avrebbe spiegato di non essersi accorta di essere incinta. Il corpo della piccola è stato trasferito all’Istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari su disposizione del sostituto procuratore Maria Paola Asara.

“Ha chiamato mia sorella, era stata contattata da un amico, mi ha detto di muovermi, di andare presto a casa di mia figlia perché stava partorendo, per me è stato un fulmine a ciel sereno, non ne sapevamo nulla”. È il drammatico racconto di Giancarlo Gaspa, il padre della donna. “Non vedevo mia figlia dall’estate – spiega il padre all’ANSA, visibilmente provato – ma un’altra mia figlia che l’ha incontrata per Natale mi ha detto di non essersi resa conto di nulla. Non ha mai parlato di niente con nessuno, neanche con sua madre – aggiunge – Poi in questi ultimi giorni ci ha spiegato che il suo timore era che i servizi sociali potessero portarle via la piccola”. Giancarlo Gaspa ha provato più volte a convincere la figlia a tornare a casa: ci riproverà, assicura. “Per lei la porta è sempre aperta – conferma – se vuole continuare a stare col suo compagno speriamo almeno che trovino un’altra sistemazione, quel posto è invivibile”.

“Siamo rattristati per questo drammatico decesso, ma siamo soprattutto arrabbiati per il fatto che nessuno, a iniziare dai diretti interessati, ci abbia mai reso nota questa situazione”. Barbara Cuccureddu, responsabile dei servizi sociali del Comune di Santa Maria Coghinas, commenta così la drammatica morte della neonata. “Se avessimo saputo di questa gravidanza avremmo potuto offrire tutto il sostegno di cui necessitavano – spiega all’ANSA l’assistente sociale – in ogni caso cercheremo di dare alla coppia tutto il supporto e ci siamo già attivati per recuperare loro un alloggio adeguato”.

“Siamo amareggiati ma non accettiamo critiche da nessuno”. Il sindaco di Santa Maria Coghinas, Pietro Carbini, anticipa ogni possibile polemica legata alla drammatica vicenda che ha portato il paese al centro dell’attenzione dopo la morte di una neonata in una casa-tugurio. “In questo caso specifico, come in tutti i trenta casi che abbiamo in carico, facciamo sempre il possibile”, spiega il primo cittadino all’ANSA, difendendo a spada tratta l’operato dei Servizi sociali comunali. “Il padre di quella povera bambina deceduta è inserito nel piano del servizio civico attraverso il quale – racconta il sindaco – ci facciamo carico della situazione economica della coppia”. Discorso diverso per quel che riguarda la gravidanza tenuta nascosta. “Questo aspetto va tenuto distinto perché nessuno sapeva niente, anche il diretto interessato mi ha detto di non sapere che la compagna fosse incinta”, dice Carbini. Dichiarare un figlio gli avrebbe permesso di scalare la graduatoria per le case popolari. “Resta il fatto che quello dell’abitazione è un problema serio anche da queste parti – denuncia il sindaco – chiedo alla Regione di fornire validi sussidi per le politiche abitative”. Nel frattempo, il Comune si muove. “Stiamo cercando di trovare una soluzione per la coppia ma siamo in difficoltà – ammette Carbini – per ora infatti nessuno vuole offrirgli ospitalità. Se non dovessimo trovare nulla, ricorreremo a una piccola pensione, ma è evidente che non è una soluzione che si può protrarre a lungo”.

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