Niente scarcerazione per Francesco Rocca, il dentista di Gavoi (Nuoro) accusato di essere il mandante dell’omicidio di sua moglie Dina Dore, la casalinga di 36 anni assassinata cinque anni fa, nel marzo 2008, nel garage di casa davanti alla figlia di otto mesi. Il tribunale del Riesame di Cagliari, ha infatti respinto questa mattina la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Rocca, Angelo Manconi e Mario Lai.
Niente da fare pure per la domanda di trasferimento del procedimento a Nuoro per competenza territoriale.
Insieme a Rocca, presunto uxoricida ora a Buoncammino, è stato arrestato a inizio marzo anche Pierpaolo Contu, 23 anni di Gavoi all’epoca ancora minorenne. E’ accusato di essere l’esecutore materiale del delitto che in un primo tempo era sembrato un tentativo di sequestro finito in tragedia, gli sarebbero stati promessi 250mila euro. Si cerca ancora la seconda persona che avrebbe agito insieme a lui.
Il movente del femminicidio sarebbe, secondo gli inquirenti, la tormentata relazione con la moglie che avrebbe voluto lasciare. A carico di Rocca c’è un quadro indiziario ma non probatorio: ci sono molti indizi che lo incastrerebbero ma le prove certe dovranno essere raccolte in questa fase di indagini preliminari. Al centro degli accertamenti, compiuti negli ultimi mesi dai magistrati della Dda di Cagliari, c’è anche una donna che la Squadra Mobile del capoluogo sardo, guidato dal dirigente Leo Testa, avrebbe sentito ripetutamente nelle settimane precedenti gli arresti. Sarebbe stata ascoltata in qualità di persona informata dei fatti ed avrebbe consentito agli investigatori di aprire uno squarcio sulla vita familiare e sulla complicata relazione fra marito e moglie.