“Nois”, la Sardegna che accoglie: “ll razzismo si batte con la cultura”

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui riemergono razzismo e discriminazioni, la rete di solidarietà e buone pratiche sul tema dell’accoglienza può essere la risposta. È  quanto è emerso questa mattina nell’incontro dal titolo “Politiche di accoglienza e integrazione, esperienze e prospettive” organizzato a Cagliari, Teatro Massimo, all’interno dell’evento “Nois la Sardegna che accoglie” da Sardegna Teatro e Regione Sardegna.

Tra gli ospiti dell’incontro, Lola Lopez, commissaria per l’immigrazione, l’interculturalità e la diversità del Comune di Barcellona: la città catalana negli ultimi anni ma messo in atto un modello di accoglienza, inclusione e integrazione che mette al centro l’individuo. “Ci occupiamo di accoglienza da oltre 25 anni – ha sottolineato Lopez – Ci guida un concetto molto semplice: chiunque vive a Barcellona è cittadino di Barcellona e quindi deve poter usufruire dei servizi della città. Da noi i migranti arrivano dopo un lungo viaggio non solo con i grandi sbarchi ma anche passando dal sud, in Andalusia. Abbiamo avviato tantissimi progetti di inclusione di cui vediamo i risultati positivi. Certo, ci sono tanti problemi, molte persone vivono ancora nell’illegalità e conosciamo anche noi casi di razzismo e discriminazione”.

Inevitabile, per Lola Lopez, un commento sul caso della Aquarius, la nave di Sos Mediterranee a cui due settimane fa il ministro dell’Interno italiano ha vietato l’approdo e accolta poi dal governo spagnolo nel porto di Valencia. “Per noi era una questione umanitaria, e su questo il nuovo governo ha dato l’ok per lo sbarco in Spagna. Contemporaneamente allo sbarco di Valencia, in Andalusia, sono arrivati 1300 migranti sui barchini. Da una parte una grande macchina dell’accoglienza con oltre 2700 professionisti e tantissimi giornalisti, dall’altra, dove c’era un’emergenza ancora più grande, pochissime persone: stiamo studiando come distribuire meglio gli aiuti”. Sul problema del riemergere di razzismo e fascismo la commissaria catalana non ha dubbi: “La risposta è la rete tra città, enti locali, realtà piccole che si occupano nel loro quotidiano di accoglienza. Solo con le azioni si può combattere l’odio”.

Paolo Frau, assessore alla cultura del comune di Cagliari, è d’accordo: “Stiamo vivendo momenti difficili in Italia e nel mondo occidentale, crescono atteggiamento preoccupanti caratterizzati da rancore e odio. Ora più che mai è necessaria una battaglia culturale: abbiamo il dovere di mettere al centro il rispetto, la gentilezza, la solidarietà e la fratellanza. La rete tra Comuni è importantissima e stiamo progettando di mettere in atto esperienze di buone pratiche  già realizzate da altri. Il Comune di Cagliari sta dedicando tanto alle politiche sociali e anche sul fronte culturale stiamo facendo un buon lavoro”.

Sul piano regionale si sta puntando sull’accoglienza diffusa: lo ha ribadito Filippo Spanu, assessore regionale agli affari regionali: “Aumentano i centri in tutta l’Isola e diminuisce il numero degli ospiti: questo permette di evitare le grandi concentrazioni di migranti e di pensare a progetti mirati. Stiamo lavorando con tante associazioni e tra i nostri interventi ci sono sport, istruzione e cultura.  Stiamo lavorando anche in collaborazione con il governo algerino per frenare gli arrivi diretti dall’Algeria. Non possiamo parlare di emergenza dato che la Sardegna accoglie una piccola percentuale di migranti e non si tratta certo di numeri da paura. Dobbiamo ricordarci che siamo un isola al centro del Mediterraneo e il nostro ruolo e’importante E poi tutti noi, sardi in primis, siamo sempre stati in viaggio: la migrazione fa parte della nostra storia, non dovremo mai dimenticarlo”.

Francesca Mulas

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