Morte in Libia di Fausto Piano, chiesto il processo per vertici società Bonatti

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di 5 dirigenti della società Bonatti di Parma, nonché della stessa società, in base alla legge sulla responsabilità degli enti, per la morte dei tecnico di Capoterra Fausto Piano e per il collega Salvatore Failla, avvenuta in Libia il 2 marzo dello scorso anno durante un trasferimento mentre erano sotto sequestro, con altri due colleghi, da parte di una banda criminale. Cooperazione colposa nel delitto doloso il reato contestato dal pm Sergio Colaiocco.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata notificata al presidente della Bonatti Paolo Ghirelli, a tre componenti il consiglio di amministrazione, al responsabile dell’azienda per la Libia Dennis Morson ed alla stessa società che costruisce impianti oil&gas. Secondo la procura, il sequestro, il 19 luglio 2015, dei quattro tecnici della Bonatti e la morte, il 2 marzo successivo in un conflitto a fuoco tra banditi e forze miliziane, di Failla e Piano, poteva essere evitato se fossero state adottate idonee misure di sicurezza da parte dell’azienda.

Nel capo di imputazione si sottolinea come i vertici della Bonatti ed il loro rappresentante in Libia avrebbero omesso di adottare tutte le cautele necessarie per evitare che i loro tecnici impegnati nel paese nordafricano fossero esposti alle attenzioni delle bande criminali locali. I quattro dipendenti furono sequestrati durante il loro trasferimento a Mellitah, zona interna della Libia in cui ci sono cantieri Eni e dove operano i dipendenti della Bonatti. Contrariamente a quanto avvenuto per altri spostamenti, quello del luglio 2015 avvenne su auto con autista e non via nave dall’isola di Djerba, in Tunisia, secondo quanto previsto dai protocolli depositati presso la Farnesina. Sugli omicidi di Salvatore Failla e di Fausto Piano, rimane aperto alla procura di Roma un fascicolo contro ignoti.

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