Morta la magistrata Simonetta Sotgiu, lottò per i diritti delle donne

È morta all’età di 80 anni la magistrata sassarese Simonetta Sotgiu, giudice di Cassazione, figura di spicco del femminismo in Italia. È stata tra le prime a vincere il concorso in magistratura in un’epoca in cui alle donne era precluso l’ingresso alla professione, concesso per legge solo nel 1963. Madre di quattro figli ha iniziato la carriera da pretora a Sassari. È stata consigliera di Cassazione, co-fondatrice dell’Associazione Donne Magistrato, vice presidente per due mandati della Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio. I funerali si sono svolti questo pomeriggio a Sassari. Grande la determinazione nel cercare di contrastare, ritenendola profondamente ingiusta e lesiva della dignità delle donne, la famosa ‘sentenza dei jeans’ secondo la quale non c’era stato stupro perché i jeans non sono facilmente sfilabili e la ragazza era consenziente.

Fondamentale è stato il ruolo che ha avuto con Tina Anselmi, Tina Lagostena Bassi e Alma Capiello nella battaglia per modificare la violenza contro le donne da delitto contro la morale in delitto contro la persona. Presidente Onoraria dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna, Sotgiu si è battuta per la doppia preferenza di genere in Consiglio regionale, divenuta ora legge in Sardegna. Ha auspicato l’unione delle donne di diversi schieramenti per l’affermazione dei diritti e le pari opportunità. Tra i tanti commenti sui social: “Scompare una donna di grande spessore professionale e umano”, scrive Carmina Conte giornalista e presidente di Coordinamento 3. “Una grande, straordinaria guerriera: ha combattuto per i diritti di noi donne in tempi veramente duri e oscuri. Il suo esempio sarà una luce per tutte le donne”.

 

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