Meridiana, esplode la protesta tra scioperi, malattie e video virali

Meridiana è una pentola in ebollizione. Scioperi, malattie, noleggio di aerei e denunce per comportamenti antisindacali. Chi sperava che l’accordo servisse a stemperare la tensione è rimasto deluso. Poi c’è la Rete. Video virali con i volti e le storie sotto l’insegna dell’hashtag #iosonounesuberomeridiana che stanno invadendo il web, camion-vela che annunciano i 1300 licenziamenti in giro per la Sardegna da Cagliari a Olbia.

Ma andiamo. Cioè dallo sciopero di ieri. Meridiana in serata ha comunicato che allo sciopero nazionale di 24 ore, promosso dalle organizzazioni sindacali confederali Cgil, Csil e Ugl e alcune associazione professionali di settore, “hanno aderito 2 dipendenti di Meridiana fly e così come in occasione dello sciopero del 16 maggio – recita la nota della compagnia aerea sarda – si è registrato nuovamente un elevato numero di casi di malattia del personale Meridiana addetto al volo, pari a 47 persone”.

 Riprogrammati dieci voli. Due aeromobili a noleggio

Sempre Meridiana ha tenuto a precisare che “per effetto del cumulo dei fenomeni sopraindicati e dei concomitanti disagi derivati dall’adesione allo sciopero di altre categorie professionali operanti nel settore, la compagnia aerea ha dovuto riprogrammare 10 voli per riproteggere i passeggeri fino a destinazione”. Poi la comunicazione ufficiale circa la notizia, circolata informalmente già nei giorni scorsi, che Air Italy, la cui attività non è stata interessata dallo sciopero odierno, “ha utilizzato due aeromobili in wet lease in sostituzione di altrettanti velivoli della flotta, che sono interessati da attività manutentiva”.

Dunque Meridiana, attraverso la sua controllata, prende a noleggio aerei con equipaggio per coprire i picchi stagionali e le particolari esigenze derivanti da scioperi e malattie. Due giorni fa, poco prima del tavolo di confronto con la Regione, Meridiana aveva scritto una lettera nella quale preannunciava “il rinforzo e rinnovamento della flotta, con l’inserimento nella flotta Air Italy di due Boeing 737 ogni trimestre”.

Questo in virtù di uno stralcio del Piano industriale che sarebbe stato già comunicato alle organizzazioni sindacali. I primi due aeromobili da giugno, altri due da fine anno con la formula del dry lease, la medesima forma di leasing che prevede il noleggio “secco” dell’aeromobile senza servizi accessori, in particolare l’equipaggio. Da qui la rinnovate esigenze di organico, che hanno determinato il meccanismo del job posting (con la richiesta di adesione spontanea del personale Meridiana e la firma di nuovi contratti Air Italy) o, in assenza, il ricorso al mercato, con l’assunzione di nuovo personale.

Dopo la dura presa di posizione della Fit-Cisl subito dopo l’incontro istituzionale nell’assessorato regionale ai Trasporti – “non è con le azioni unilaterali che Meridiana può pensare di gestire e risolvere il problema di 1300 esuberi, mancano percorsi di ripresa del lavoro, di accompagnamento alla pensione, di ammortizzatori sociali” – e le parziali aperture di Usb soprattutto sul tavolo interministeriale proposto dalla Regione per trovare nuove soluzioni in vista dell’allungamento o revisione degli ammortizzatori sociali, ieri è stata la volta di Cgil e Uil. Se la Filt-Cgil ha parlato di “deriva antisindacale” e ha annunciato di voler denunciare alla magistratura i vertici della compagnia per il “noleggio di aeromobili ed equipaggi da altre compagnie”, la Uil Trasporti, da tempo considerata interlocutrice più vicina all’azienda, in un comunicato stampa spiega come accolga “con soddisfazione questi primi segnali di apertura da parte della compagnia aerea a rivedere il piano di espulsione del personale considerato in eccesso e la cauta disponibilità delle rappresentanze dei lavoratori a tornare al tavolo delle trattative”.

In parte storia a sé è quella dell’associazione A.L.I. Cassintegrati Meridiana, rappresentata da Marco Bardini, ex Uil, in polemica con le controparti sindacali, a suo dire prive di legittimazione per mancata elezione dei componenti le Rsa, il quale ha denunciato “la progressiva e ora non più sostenibile erosione della democrazia sindacale in una parte importante delle dieci organizzazioni accreditate nel Gruppo Meridiana in cui non vi è più partecipazione, coinvolgimento né informazione dei lavoratori su programmi e strategie”.

 Il video con i selfie #iosonounesuberomeridiana diventa virale: 10 mila condivisioni in poche ore

Prima le foto, poi i selfie con il cartello, convertito subito in hashtag #iosonounesuberomeridiana. La campagna mediatica dei lavoratori, che sensibilizzano l’opinione pubblica sulla sorte di 1300 famiglie davanti allo spettro del licenziamento, sta avendo un impatto notevole a livello di comunicazione. E se l’azienda sceglie un profilo “istituzionale”, confrontandosi solo in tavoli di trattativa ufficiali e non sceglie il campo da gioco della comunicazione sulla sorte dei dipendenti (tradizionale o sul web), i lavoratori sorpassano in poche ore le 10 mila visualizzazioni del video con i selfie e le storie da cassintegrati e futuri licenziati (guardate il video ). Immagini e storie che si chiudono con un appello: “ Abbiamo realizzato un video con le foto “selfie” scattate da noi dipendenti . Alcuni selfie ci ritraggono in uniforme Meridiana, la stessa che vorremmo continuare ad indossare negli anni a venire. Vi prego, aiutateci a fermare questa mattanza. Guardateci, Meridiana fly siamo noi”.

La macchina mediatica è partita, i tavoli interministeriali sono apparecchiati, scioperi e schermaglie tra controparti sono all’ordine del giorno. Ma sarà la combinazione tra intermediazione politica e prospettiva industriale a determinare il futuro di 1300 lavoratori.

Giandomenico Mele

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