Medicina, sei scuole di specializzazione a rischio chiusura tra Cagliari e Sassari

Ci sono anche sei scuole di specializzazione medica sarde fra le 135 (su 1.433) che, secondo un dossier  dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, non sarebbero in grado di formare al meglio. “Documenti riservati all’esame in queste ore del ministero della Salute e dell’Istruzione”, secondo quanto riportato ieri dal Corriere della sera.

L’Osservatorio ha stilato il parere dopo un lavoro di due anni sulla base di criteri come la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove viene svolto il tirocinio e l’esistenza di indicatori di performance per l’attività scientifica dei docenti. Adesso – scrive sempre il Corriere – suggerisce di non concedere alle 135 individuate “l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con gli Atenei”.

Nell’Isola rischiano di non avere l’autorizzazione tre a Sassari e tre a Cagliari. Sul pericolo chiusura undici consiglieri regionali del Pd hanno presentato un’interrogazione (primo firmatario Roberto Deriu) al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e agli assessori di Sanità e Istruzione, Luigi Arru e Giuseppe Dessena. “Considerata l’importanza strategica e culturale delle scuole attivate nelle sedi universitarie di Cagliari e Sassari”, chiedono se sia vero che, “a partire dal prossimo anno accademico chiuderanno nella sede di Cagliari le scuole di specializzazione medica del Dipartimento di Medicina e chirurgia (Chirurgia generale, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Nefrologia) e nella sede di Sassari, sempre nel Dipartimento di Medicina e chirurgia, le scuole di specializzazione di Neurochirurgia, Neurologia e Anatomia patologica”.

Intanto dall’Università di Cagliari, cui ricadono tre delle sei scuole di specializzazione finite nel mirino dell’Osservatorio, dice all’Ansa il coordinatore Pietro Giorgio Calò: “Non riusciamo a capire che cosa sia accaduto, noi siamo convinti di avere i numeri per l’accreditamento. Sia per quanto riguarda interventi e ricoveri delle nostre chirurgie sia sulla qualità, misurata in studi e pubblicazioni”. Questa l’ipotesi di Calò: “Siamo convinti che si tratti di un problema meramente formale nel caricamento dei dati. Un problema forse risolvibile con un’ulteriore verifica”. In campo anche la rettrice Maria Del Zompo. Calò aggiunge ancora: “Le conseguenze di un’eventuale cancellazione sarebbero molto gravi per tutta la Sardegna, perché tanti laureati sarebbero costretti a formarsi fuori dall’Isola”.

Il deputato di Scelta Civica-Riformtori, Pierpaolo Vargiu, ha presentato un’interrogazione urgente al ministero per la Pubblica istruzione e l’Università e a quello della Salute: “Il nostro Ateneo ha una solida tradizione chirurgica e un corpo docente di altissima qualità. Sarebbe davvero un disastro se, a causa di qualche vizio formale, la nostra Università venisse privata di una scuola di specializzazione medica assolutamente indispensabile”.

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