Maxi compensi manager delle Asl, Capelli (Cd): “Indaghi la Corte dei Conti”

Ancora tensioni sulla sanità sarda, finita alla ribalta in Italia per i “maxi compensi” dei manager delle Asl: il tetto massimo stabilito dalla normativa nazionale è di 154 mila euro lordi, mentre il direttore generale dell’Azienda unica, solo per fare un esempio, può arrivare con i premi a 240 mila euro.

Il Centro democratico, che sostiene la Giunta di centrosinistra in Regione, ha sollevato la questione in Parlamento e la ministro della Salute ha annunciato un rilievo del Governo, mentre le opposizioni di centrodestra danno battaglia in Consiglio regionale. L’assessore della Sanità Luigi Arru ha già spiegato che “con l’Azienda unica, la Sardegna otterrà un risparmio di circa 2 milioni di euro di retribuzioni rispetto al passato, omogeneizzando l’assistenza e l’accesso alle cure a vantaggio dei pazienti”. Ma il deputato di Cd Roberto Capelli non è soddisfatto e annuncia che porterà la questione all’attenzione della Corte dei Conti “per accertare – spiega – se vi sia danno erariale e sanzionare le eventuali responsabilità”.

Il coordinatore regionale Fi Ugo Cappellacci attacca: “E’ triste che oggi l’Autonomia, rinnegata dai baroni di villa Devoto per tutto il resto, venga invocata solo per difendere un privilegio ingiusto ed illegittimo, con una contraddizione enorme tra l’immagine dei professori rigorosi e la triste realtà  dei tecnici diventati politicanti, che difendono i compensi dei loro fedeli nominati. E hanno pure l’ardire di sostenere che sono soldi della Regione, non dello Stato”.

Sulla stessa linea i Riformatori. “Mentre i dirigenti percepiscono stipendi che non hanno uguali su scala nazionale – tuona il capogruppo Attilio Dedoni – si dice ai sardi che per ridurre i costi della sanità è necessario tagliare l’assistenza ospedaliera, a partire dai territori più periferici e disagiati. Si cominci piuttosto con il disboscare la pletora di dirigenti: ne basta uno per gestire acquisti e personale, tutti gli altri si possono eliminare”.

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