Mater Olbia, avvocato accusato di falso. Gup di Tempio archivia procedimento

Si chiuso con una archiviazione l’ennesimo procedimento partito dalla denuncia dell’imprenditore di Ploaghe, Alessandro Marini contro i vertici e i rappresentanti legali del Mater Olbia. La decisione è stata presa questa mattina dal gup del tribunale di Tempio, Marco Contu che accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha archiviato il procedimento che vedeva coinvolto l’avvocato Angelo Merlini, accusato dall’imprenditore di aver falsificato le firme per sostenere in giudizio gli interessi della Shrp, la società Sardinia Healthcare and Research Properties che controlla il Mater Olbia.

Nei confronti dell’avvocato Merlini, a partire dal 4 novembre 2016, Alessandro Marini ha presentato alla Procura di Tempio quattro denunce-querele – quella di oggi risale all’aprile del 2018- sostenendo che il legale avesse apposto firme false nelle procure. Tutti i procedimenti sono finiti con una archiviazione.

“Il gip del Tribunale di Tempio ha disposto, ancora una volta l’archiviazione delle ennesime accuse formulate nei miei confronti – scrive in un comunicato stampa l’avvocato, Angelo Merlini – da un individuo che è portatore di enormi quanto infondate aspettative dall’operazione Mater Olbia. Avendo fin dall’inizio rappresentato legalmente gli interessi della società Shrp, proprietaria della nuova struttura ospedaliera olbiese, mi sono sempre opposto alle sue istanze e alle sue richieste, finora sempre con successo. Ritengo che questo possa essere il motivo di tanto accanimento nei miei confronti. Il soggetto ha dato corso ormai da lungo tempo ad una intensa campagna di screditamento e di denigrazione nei miei confronti, del responsabile dell’impresa , Lucio Rispo e della stessa società titolare dell’operazione. Ovviamente tali comportamenti sono stati già sottoposti, e ancora lo saranno alla attenzione della autorità giudiziaria”.

E il legale aggiunge “mi attendo e ci attendiamo ulteriori colpi di coda sempre mirati nella medesima direzione, perché la perseveranza è la dote principale del nostro accusatore insieme a una innegabile fantasia creativa. Segnalo infine che il soggetto in questione, che in molte occasioni si è qualificato come proprietario di un’area di 60 ettari contigua alla struttura ospedaliera, in realtà è semplicemente il destinatario di una scrittura privata nella quale una terza persona trasferisce a lui un ipotetico diritto d’usucapione, diritto che da tempo tenta di far valere, fino ad oggi senza molto successo, davanti al Tribunale di Tempio”.

G.P.C.

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