Marco Carta, al via processo per furto. La difesa: “I video chiariranno tutto”

Ha deciso di non presentarsi in aula per la prima udienza del processo milanese, che lo vede accusato di un furto di magliette alla Rinascente per il quale fu arrestato il 31 maggio, il cantante Marco Carta. “Non è venuto perché questa vicenda gli ha causato molti problemi, per lui è stato un incubo, uno tsunami, come per tutti quelli che vengono coinvolti in vicende giudiziarie”, hanno spiegato i suoi legali, gli avvocati Simone Ciro Giordano e Massimiliano Annetta, convinti, poi, che le immagini delle telecamere dello storico grande magazzino del lusso provino “la sua innocenza”.

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“È presumibile che la sentenza arrivi oggi”, hanno detto i difensori prima dell’udienza. La difesa di Carta, il cui arresto non fu convalidato, ha chiesto il processo abbreviato condizionato all’acquisizione dei filmati. Una richiesta, hanno spiegato, fatta solo per scrupolo, anche perché quelle immagini sono state già acquisite agli atti dal pm, Nicola Rossato. Ad ogni modo, il giudice dovrà per forza concedere, come richiesto dalla difesa, il giudizio abbreviato, condizionato o meno. Processo che si fa sulla base degli atti, a porte chiuse e con lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna. Proprio il fatto che il processo sia sulla base degli atti raccolti, per la difesa ha giustificato la scelta dell’abbreviato perché, a detta dei legali, le immagini e anche le ultime testimonianze raccolte dimostrano l’innocenza del cantante, vincitore del talent show ‘Amici’ nel 2008 e del festival di Sanremo l’anno successivo.

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“Le immagini sono il più solido dei nostri argomenti e lo diremo al giudici –  hanno spiegato – . Siamo soddisfatti anche delle testimonianze”. Il pm nelle scorse settimane ha sentito alcuni dipendenti del negozio. Carta, 34 anni, e l’amica Fabiana Muscas, 53 anni, erano stati bloccati all’uscita della Rinascente a pochi passi dal Duomo: la placchetta flessibile all’interno delle t-shirt, a cui era stato tolto l’antitaccheggio, aveva fatto scattare l’allarme del negozio. Dopo una notte ai domiciliari per il cantante, il giudice, Stefano Caramellino (lo stesso del processo che inizia oggi) non aveva convalidato l’arresto (il pm ha fatto ricorso in Cassazione, udienza il 6 novembre) per il furto di sei magliette del valore di 1200 euro, perché ad avere la refurtiva era la sua accompagnatrice. Convalida, invece, disposta per la donna. Il giudice aveva motivato la sua decisione sostenendo che gli “elementi di sospetto” a carico del cantante “sono del tutto eterei, inconsistenti” e che c’era una “carenza di gravità indiziaria”.

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