“Ma quanto costano questi inutili premi?”. Il commento di Aldo Grasso sulla serata di Poltu Quatu

Riproponiamo integralmente il commento di Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera, sull’edizione 2010 del Premio Rodolfo Valentino, organizzata a Poltu Quatu.

Dell’inutile «Premio Rodolfo Valentino», ospitato a Poltu Quatu, vanno ricordati due episodi che hanno per protagonista Mauro Masi, direttore generale della Rai, vestito come un pinguino a una festa di diploma (Raiuno, domenica, ore 21,30). Mentre la conduzione di Carlo Conti (ustionato in volto ma con un collo bianchiccio, un vero orrore) e Claudia Gerini induceva alla sonnolenza, arriva finalmente in scena il rintronato Jonny Groove (Giovanni Vernia) a ravvivare la stanca cerimonia. Chiude con l’imitazione di Berlusconi: «Sono in Costa Smeralda perché c’è un sacco di gnocca». Risatine, primo piano sulla faccia di Masi (seduto fra due biondone), che abbassa gli occhi in segno evidente di fastidio.

Passa un po’ di tempo e viene premiato anche lo stesso Masi dalle mani del suo amico Carlo Apolloni, presidente del Premio. Il fatto è che nessuno ha preparato la motivazione. Ci pensa il prode Conti a tessere fantozzianamente l’elogio della fabbrica dove lavora. Non contento, Masi ci mette del suo e dopo aver alimentato per l’ennesima volta la leggenda metropolitana che vuole la Rai «la più grande industria culturale del paese » (culturale?), dopo aver detto tutto il bene possibile dell’azienda che dirige («la nostra fiction è la meglio che c’è in giro»), ha accennato al solo grattacapo che travaglia Viale Mazzini: «La Rai ha solo un problemino di comunicazione». Eh sì, un problemino. Che si risolve in un attimino.

A fine stagione estiva, sarebbe interessante fare la mappa dei premi che la Rai ha mandato in onda. E magari sapere chi paga queste feste autocelebrative (la trasferta in Italia di Meryl Streep ed Andy Garcia avrà pure un costo!), quanto è a carico dei contribuenti. Nei momenti di crisi e di tagli alle tredicesime, ci sono spese che sono prioritarie (la sanità) ed altre di cui forse si può fare a meno. È solo un piccolo «problemino». Di comunicazione, s’intende.

Aldo Grasso

A fil di rete – 6 luglio 2010

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