L’ultimo saluto a Davide Calvia dopo il naufragio. I genitori: “Vogliamo giustizia”

Una folla commossa ha partecipato questo pomeriggio, nella basilica del Sacro Cuore a Sassari, ai funerali di Davide Calvia, il 38enne morto nel naufragio della barca con cui pescava insieme con il cugino, Giovannino Pinna – trovato vivo dopo 24 ore – nel Golfo dell’Asinara. Gli applausi commossi di amici e parenti davanti al feretro, dopo la cerimonia funebre, hanno fatto da sottofondo alle parole amare dei genitori di Calvia: “Era una persona squisita, era l’amore di tutti”, ha detto la mamma Donatella. “Ci deve aiutare la grazia divina. Adesso gli diamo delle belle esequie, poi si vedrà”. “Voglio solo giustizia per mio figlio”, ha detto il padre Ignazio con la voce rotta dal dolore.

La famiglia di Davide chiede che sia fatta chiarezza sulle circostanze della morte del loro caro. La Procura di Sassari ha aperto un’inchiesta sull’incidente e l’autopsia ha rilevato la presenza di politraumi su tutto il corpo. La relazione finale sarà depositata fra un mese, e darà risposte sulle cause della morte di Davide, rimasto disperso in mare per dieci giorni e ritrovato cadavere il 22 aprile in una insenatura vicino a Castelsardo. I familiari lo hanno identificato dai tatuaggi. Suo cugino, Giovannino Pinna, invece si è salvato. Ma ora è indagato per naufragio colposo. E a lui che i genitori di Calvia chiedono di dissipare ogni dubbio sull’incidente, di raccontare quello che è successo la sera del 12 aprile, nel tratto di mare tra Stintino e Porto Torres. Il sospetto degli inquirenti è che i due possano avere avuto l’incidente con una barca rubata, sparita proprio il giorno del naufragio dal porto di Porto Torres. Pinna ha reso solo brevi e confuse dichiarazioni ai carabinieri. È ancora sotto choc e aspetta di essere convocato in Procura per rispondere alle domande del pm.

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