Legge sulla lingua sarda, gli esperti contro la definizione delle varianti

Stop alla nuova proposta di legge sulla lingua sarda o, al massimo, emendarla. Il Coordinamento pro su sardu ufitziale, associazione di esperti e cultori di limba, ha inviato una lettera aperta a tutti i consiglieri regionali visto che la discussione sul futuro del sardo sarà in Aula la prossima settimana. “Si tratterebbe di una pietra tombale posta sulla politica linguistica in Sardegna – spiega il Csu – La legge risente di un’impostazione che vuole rimuovere l’unitarietà della lingua sarda. Il legislatore regionale compie un passo indietro anche rispetto alla legislazione statale che considera il sardo come un’espressione linguistica unica”.

Secondo il coordinamento, “il processo di cristallizzazione folkloristica si esplicita in modo particolare laddove si definisce pleonasticamente la lingua sarda “nelle sue varianti storiche e locali” (articolo 1, comma 2), ma soprattutto nell’articolo 2 del comma B dove le varianti vengono definite come le “macro varianti letterarie logudorese e campidanese”. Nessuno si era mai azzardato a mettere in dubbio in una legge l’unità del sardo in questo modo e l’effetto pratico sarà, attraverso l’uso di una norma ortografica creata ad hoc, del rafforzamento di due varietà o più scritte”.

Le possibili conseguenze? “Non sfugga che ciò porterà, per emulazione, anche a l’avvio di una fase centrifuga di localismo con richieste di riconoscimento di altri territori. Perché il nuorese no? Perché il baroniese no? Perché l’arborense-mesania no? E l’ogliastrino perché deve essere sottomesso al campidanese? Ci sarà un disastroso effetto di babelizzazione con danni enormi a una lingua già esangue”. Così il coordinamento avanza una proposta: emendare la legge “con l’eliminazione di diciture che negano di fatto lo status di lingua unitaria al sardo introducendo elementi di soppressione di parte delle norme o, nel caso dell’articolo 9, riscrivendo tutto il processo di miglioramento della standardizzazione assicurando la continuità della Limba sarda comuna in attesa che si trovi una proposta migliore, se dovesse essere trovata”.

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