A Olbia, gli sposi dicano pure addio ad uno dei momenti tradizionali del matrimonio in Sardegna: il sindaco Settimo Nizzi ha adottato oggi un’ordinanza volta a tutelare l’incolumità pubblica, l’integrità fisica delle persone e il decoro urbano. In tutto il territorio comunale è perciò vietata la rottura dei piatti in occasione dello svolgimento di funzioni matrimoniali.
Simboleggia la rottura col passato, si chiama “Sa ratzia“, ossia “la grazia”, il rito propiziatorio ricco di tutti gli elementi che ricordano abbondanza, dolcezza, benessere: riso, grano, caramelle, uva passa, mandorle, confetti, monetine, coriandoli o carta sminuzzata, petali e foglie. In uso in numerosi paesi dell’Isola, rompere il piatto davanti alla sposa significa augurare lunga vita matrimoniale alla coppia. Il rito si compie al termine della cerimonia, quando la mamma della sposa o una parente stretta lancia verso gli sposi e gli invitati il contenuto del piatto, per poi buttarlo con forza in terra affinché si rompa in mille pezzi.
“La rottura dei piatti, sebbene rappresenti un significativo momento della nostra tradizione, è causa di pericolo perché ci si può facilmente ferire e tagliare con i cocci, poiché questi vengono abbandonati nella pubblica via dai partecipanti”, afferma il sindaco Settimo Nizzi: “Il sistematico abbandono dei frammenti a seguito delle celebrazioni, ci ha portati a prevedere la prescrizione perché, oltre a costituire fonte di pericolo per i malcapitati passanti, reca grave pregiudizio al decoro urbano e all’immagine della città».
Per chi non rispetterà l’ordinanza c’è la sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.