Così ha deciso Patrizia, malata di Sla: dopo 5 anni dice basta e stacca la spina

Ha combattuto per cinque anni la sua battaglia contro la Sla, poi ha scelto di dire basta e di staccare la spina. Patrizia Cocco (nella foto Facebook), nuorese di 49 anni, se ne è andata con il sorriso, sabato scorso, stringendo la mano di sua mamma e dei suoi cari, come riporta il quotidiano L’Unione Sarda. È stata la prima in Italia dopo l’entrata in vigore della legge sul biotestamento, dopo aver dato il suo assenso ai medici per la rinuncia alla ventilazione meccanica e per l’inizio della sedazione palliativa profonda.

“È stata una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa – ha detto all’Ansa il suo avvocato e cugino Sebastian Cocco -. La nuova legge permette ai medici di dare subito esecuzione alla volontà del paziente senza doversi rivolgere al giudice come succedeva prima della sua entrata in vigore e così a Patrizia è stato permesso di fare la sua scelta”. “La legge, che tutela il diritto alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione, Patrizia Cocco la aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia dentro la quale sopravviveva a una vita che lei in quelle condizioni non voleva più vivere”, ha concluso l’avvocato Cocco.

Patrizia Cocco nello scorso mese di giugno si era rivolta all’Associazione Luca Coscioni “per richiedere informazioni, nello specifico caso a Marco Cappato, circa il percorso da affrontare per giungere al diritto di porre fine alla propria esistenza e a una vita che, dopo anni di malattie, non riteneva più degna di essere vissuta”. A spiegarlo in una nota è l’Associazione stessa. “Le fu indicata la possibilità di seguire il percorso già solcato, attraverso una lunga battaglia nei tribunali, da Walter Piludu, quando la legge riconobbe come un dovere per il medico quello di adempiere le volontà del paziente, se intenzionato a rifiutare l’accanimento terapeutico – aggiunge l’Associazione -. Patrizia scriveva tramite un “comunicatore” oculare. Si definiva come una persona che non viveva più, in quanto attaccata alle macchine ogni giorno, e riferiva di vivere un incubo, di non essere in grado di muovere muscoli. Voleva solo smettere di soffrire. Ma non poteva permettersi la Svizzera”.

Dopo essersi confrontata con i componenti della famiglia, Patrizia aveva nominato un notaio come amministratore di sostegno. “Si tratta del primo caso reso noto dopo l’entrata in vigore del Biotestamento relativo all’applicazione del consenso informato e l’interruzione delle terapie – dichiara Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni -. La differenza col passato è che grazie al testamento biologico, non è ora più necessario affrontare lunghe battaglie nei tribunali per vedere rispettato il diritto fondamentale di decidere l’interruzione di terapie. Continueremo a vigilare affinché la legge venga rispettata e a monitorare la situazione nei comuni italiani in merito all’effettiva possibilità di rilascio delle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento)”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share