La Cisl sarda scende in campo con una proposta di forte mobilitazione che partirà a maggio e che verrà annunciata il 29 aprile a Paulilatino, nel corso del coordinamento regionale con Cgil e Uil. Domani una delegazione dalla Sardegna prenderà parte al presidio nazionale davanti a Montecitorio. Quello degli ammortizzatori sociali è un dramma che nell’isola coinvolge quasi 28 mila lavoratori: 16 mila per quanto riguarda la cassa integrazione, oltre 11 mila la mobilità in deroga e un costo di 275 milioni di euro. “Per assicurare ai lavoratori quel poco di assegno per vivere ci sono 93 milioni di euro, compresi i 30 milioni che il Governo ha trasferito alla Sardegna – ha detto questa mattina in una conferenza stampa Giovanni Matta, della segreteria regionale Cisl – ma per garantire un 2013 di tranquillità ne servono almeno altri 120 milioni. In attesa che riparta l’economia è necessario garantire un sostegno al reddito a chi opera in una delle tante aziende in crisi e a chi ha perso il lavoro”. Sono oltre 1960 le aziende che hanno dichiarato lo stato di crisi nel 2012 a cui si aggiungono altre 461 per il 2013. I settori più colpiti sono quello manifatturiero e delle costruzioni. “Ma la crisi ha colpito tutti i settori con numeri da vera emergenza – ha concluso Matta – e tutti i territori: Cagliari, il Sulcis, il Nuorese e altri ancora. Non non sta bene nemmeno Olbia, indicata come l’Eldorado sarda e che in questo momento sta segnando una fase di crisi forte”
Far West eolico, Comitato Insularità: “Estendere Ppr a tutta la Sardegna”
Il Comitato scientifico Insularità in Costituzione ha presentato oggi, sabato 4 maggio 2024, una proposta di legge “SalvaTerritorio”…