Spunta una terza stranezza nell’assalto al portavalori della Vigilanza Sardegna, avvenuto lunedì in via Dessanay a Nuoro: la porta del garage è rimasta aperta. Questa stranezza, che si è aggiunge all’allarme disattivato in anticipo e al mancato utilizzo delle valigette portasoldi col sistema di “macchiamento” delle banconote, si è rivelata un indubbio vantaggio per il commando dei dieci rapinatori, tutti incappucciati e armati di kalashnikov. Bottino: 5 milioni di euro. I soldi erano stati ritirati a Cagliari, alla Banca d’Italia, e sarebbero serviti per pagare le pensioni Inpdap del Nuorese.
Dunque, fioccano nuovi particolari intorno all’assalto del portavalori, un colpo messo a segno con tutta una serie di aiutini che stanno disegnando un quadro investigativo a senso unico, racconta L’Unione Sarda oggi in edicola: per gli inquirenti la rapina è stata talmente perfetta che, alla sua riuscita, potrebbe aver lavorato una talpa. O magari più di una.
L’ultimo particolare che viene fuori è il non rispetto del protocollo. Infatti: i soldi depositati nel caveau del furgone possono essere tolti e sistemati nella cassaforte della Vigilanza Sardegna solo quando la porta del garage si è chiusa. Lunedì, invece, è rimasta aperta. E poi, appunto: l’allarme, che si può disattivare solo dalla centrale di Cagliari, è stato spento in anticipo. Infine: i cinque milioni, che pure erano dentro il caveau del portavalori durante il viaggio da Cagliari a Nuoro, non sono stati sistemati nelle valigette. Insomma, su questi particolari si sta concentrando l’attenzione degli investigatori che stanno sentendo dirigenti e personale della Vigilanza Sardegna. Intanto continuano le ricerche dei rapinatori: finora sono state trovate le auto, ma dei banditi nessuna traccia.