Laboratorio bimbi di Famiglie Arcobaleno: successo dopo polemiche

“Abbiamo letto una filastrocca di un paese che si chiama Tartalù e poi ci siamo travestiti in tanti modi diversi e abbiamo immaginato di essere anche noi a Tartalù. Io a Tartalù sono diventata una principessa e poi una ballerina, ma c’era anche la pittrice, la cavallerizza, il sub, Spiderman, il dottore e la dottoressa, la cuoca, il vigile, la samurai, la bimba Batman e tanti altri”: con queste parole Sara, una bimba di cinque anni appena, ha spento le polemiche attorno al laboratorio messo in piedi dall’associazione Famiglie Arcobaleno all’interno del festival “Le lesbiche si raccontano” e ospitato al Lazzaretto di Cagliari domenica scorsa.

Il laboratorio “Nei panni di…” sul travestimento alla scoperta di sé, degli altri e delle altre, è nato come strumento per educare i bambini al rispetto e alla libertà. Partendo da una filastrocca, i partecipanti erano invitati a impersonare i ruoli che preferivano: il sindaco o la sindaca, il muratore o la muratora, il casalingo o la casalinga, il pastore o la pastora. Una riflessione, quella proposta da Famiglie Arcobaleno insieme alle psicologhe di Studio Psynerghia, contro gli stereotipi di genere legati a mestieri e professioni.

Il programma del laboratorio non era piaciuto al consigliere regionale del Psd’Az Marcello Orrù che in una nota dei giorni scorsi aveva parlato di “provocazione inaudita offensiva del pubblico decoro oltreché del buonsenso civile”. Non solo: Orrù aveva chiesto al prefetto di Cagliari l’annullamento della manifestazione. Domenica mattina inoltre alcuni attivisti di ‘Casa Pound’ hanno distribuito ai passanti che affollavano il mercatino domenicale di Sant’Elia alcuni volantini con lo slogan “I bambini non sono cavie per i vostri esperimenti”; sono stati comunque allontanati dalla Digos prima che il laboratorio al Lazzaretto iniziasse. Ora gli organizzatori della manifestazione, le associazioni Arc e Sardegna Queer, stanno vagliando i documenti e le informazioni diffuse da Casapound per valutare eventuali azioni legali per diffamazione.

Le polemiche sono state ignorate dalle organizzatrici del laboratorio “Nei panni di…”: come sola risposta a chi ha parlato di “esperimenti” e “provocazioni” sono arrivate le considerazioni dei bambini e delle bambine che hanno partecipato e dei loro genitori. “I partecipanti si sono divertiti a sperimentarsi in ruoli diversi, si sono divertiti così tanto che non volevano andare più via – hanno sottolineato Silvia De Simone di Famiglie Arcobaleno e Maria Grazia Rubanu dello studio di psicologia Psynerghia – una bellissima avventura, ma le richieste di partecipazione sono state molto numerose e diversi genitori, ascoltata l’esperienza dei loro figli e figlie, ci hanno chiesto di poterla ripetere”.

Francesca Mulas

 

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