La Sardegna piace molto. Ma i servizi sono fermi a trent’anni fa

La Sardegna è meta apprezzata per le sue bellezze naturali, mare su tutte, ma si trascina dietro da almeno trent’anni gravi lacune nei servizi e nei trasporti interni. È questa in sintesi la radiografia di “Destinazione Sardegna – Analisi della domanda turistica” fatta dal Crenos (Centro Ricerche Economiche Nord Sud) dell’università di Cagliari, diretto da Emanuela Marrocu.

L’indagine, svolta tra aprile e ottobre 2012, è stata effettuata su un campione di 1461 vacanzieri – italiani e stranieri – intercettati nei porti e negli aeroporti cui è stato somministrato un questionario al termine del loro soggiorno, con lo scopo di indagare sugli aspetti qualitativi e quantitativi della permanenza.
Tutti le informazioni sono confluite in un volume di 156 pagine che è stato illustrato da uno dei coordinatori del gruppo di lavoro – Andrea Zara – durante una presentazione pubblica cui hanno preso parte l’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, Cristina Bernini dell’università di Bologna e Paolo Manca di Federalberghi Sardegna. I dati, pur riferiti a tre anni fa, sono utili a comprendere quali siano le motivazioni che orientano i turisti nella scelta e il loro comportamento durante il soggiorno. La gran parte del campione (64%) ha un’età compresa tra i 25 e i 50 anni, un’educazione medio-alta, è occupata e ha un reddito familiare medio-basso.

La provenienza di italiani e di stranieri e le mete più ambite

Scendendo nel dettaglio un primo elemento interessante riguarda la provenienza; gli italiani arrivano soprattutto da Lombardia (27.6%), Lazio (19,1%), Piemonte (13,3%) mentre gli stranieri da Germania (27%), Francia (13%) Regno Unito (11,8%). Altro particolare curioso riguarda la percentuale di affezionati: il 33% degli intervistati è stato in Sardegna almeno cinque volte. Olbia-Tempio è la provincia più visitata (44%), seguita a distanza da quelle di Cagliari (18%), Sassari (17%) e Nuoro (9%). Il territorio di Arzachena è quello maggiormente gettonato (11%), con un chiaro effetto Costa Smeralda. Olbia (9%), Alghero (8%) e San Teodoro (4%) sono altre mete appetibili; nel sud il primo podio spetta a Cagliari (4%), tallonata da Villasimius.

Prevale il turismo stanziale e per gli spostamenti si privilegia l’auto

Per ciò che riguarda la permanenza, il 44% degli intervistati resta tra le 4 e le 7 notti mentre il 37% si gode un soggiorno compreso tra una e due settimane. La quota maggiore dei turisti (82%) ha preferito rimanere in una sola località che ha raggiunto in un caso su due con la propria vettura. Solo l’11% ha preso un mezzo pubblico. Non a caso tra gli elementi di maggiore insoddisfazione c’è proprio la qualità di questo servizio.

La spesa: stranieri più “generosi” degli italiani

Mediamente per la vacanza si spendono 861 euro, 635 se non si conta il viaggio. A livello giornaliero 104 euro. L’alloggio incide per il 50% sul totale delle spese, mentre la voce “ristoranti e bar” pesa per il 18%. Gli stranieri sono di portafoglio più largo rispetto agli italiani, sia al giorno (94 euro contro 61), sia nel complesso della vacanza (768 euro i primi e 548 euro i secondi); ovviamente chi sta in albergo è in cima alla classifica (118 euro al giorno), in coda chi sta da parenti o amici (31 euro).

Perché si sceglie la Sardegna: il connubio mare-cibo e il suggerimento di puntare sui low-cost

Il 28% degli intervistati è stato attratto dalla qualità delle risorse naturalistiche, solo il 20% dalla notorietà della destinazione; in coda alle motivazioni solo il 5% dice di aver trovato un’offerta con un buon rapporto qualità-prezzo. La tipologia di turismo richiesta è marino-balneare nel 76% dei casi un po’ per tutti. Ma nel corso della vacanza sempre più spesso si domandano più prodotti; oltre al mare, c’è da segnalare una quota importante di persone (15%) che è attratta dall’enogastronomia, a seguire gli estimatori degli aspetti sportivi e culturali (9%). Le nostre produzioni sono molto ricercate tanto che il 79% dei vacanzieri ha comprato alimenti; il 47% invece si è orientato su vini e liquori, soprattutto mirto, il 25% ha scelto l’artigianato.
Tra le domande poste pure una riguardante l’incremento dei collegamenti a basso costo: il 68% di chi ha risposto al questionario ha dichiarato la propria disponibilità a tornare nella bassa stagione, pure per pochi giorni, se ci fossero più voli low-cost.

Le note dolenti: la mobilità interna, i servizi e l’informazione turistica

Pur lasciando l’isola molto soddisfatti, i vacanzieri non mancano di sottolineare alcune note dolenti; spiccano l’accessibilità della destinazione, legata soprattutto ai costi dei trasporti rapportati ad altre destinazioni, e la mobilità interna che è un vero disastro. In quest’ultimo caso l’indice è puntato soprattutto su trasporto pubblico e viabilità tanto che il 20% degli interpellati dichiara di essere molto insoddisfatto. Uno stato di cose che penalizza le parti più interne dell’isola, sovente tagliate fuori dai grandi flussi. Bocciatura pure in fatto di servizi (alloggio escluso) e di informazione turistica (info point e segnaletica stradale). Tuttavia al netto delle lacune la probabilità di suggerire la Sardegna come destinazione è molto elevata, lo farebbe l’87% degli intervistati.
Ma la concorrenza non manca ed è sempre più agguerrita; tra le mete nazionali alternative si segnalano la Sicilia (27%), Toscana (20%) e Puglia (20%) mentre quelle estere sono la Spagna (29,1%) la Grecia (20%) e la Francia (13,1%).

Giovanni Runchina

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