La montagna degli abusi: il Limbara trasformato in una discarica

Sulla cima del Monte Limbara, il polmone vede della Gallura che domina l’intero nord della Sardegna, nei mesi scorsi si è silenziosamente consumata l’ennesima violazione ambientale e paesaggistica con l’inquinamento del territorio di rifiuti speciali che imbrattano una delle aree naturalistiche più particolari dell’isola. Nella zona di Punta Balisteri, a 1200 metri di quota (dove la selva di tralicci per telecomunicazioni ha modificato lo ski line naturale della montagna), la sostituzione di parabole, pannelli di protezione, vecchi tralicci e impianti elettronici ed elettrici ormai in disuso da parte di uno dei concessionari dell’area riservata alle antenne è stata effettuata senza dispendio di energie e di mezzi.

Ma nell’effettuare il cambio di nuovi impianti ricetrasmittenti gli addetti ai lavori non hanno provveduto a ripulire l’area del materiale sostituito. E così vecchie parabole in alluminio, coperture in vetroresina, fibre di vetro di vario genere, fili elettrici e interi tralicci, oltre alla carpenteria metallica di sostegno, sono stati abbandonati sull’area demaniale (quindi pubblica) e su una delle stradine che attraversano la montagna, impedendo il passaggi a mezzi e uomini. La situazione di degrado è stata più volte segnalata ai titolari dell’area in concessione ma nulla, da oltre sei mesi a questa parte, è stato fatto per riportare i luoghi sottoposti a vincoli di protezione naturalistica e ambientale allo stato originario.

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Il comando della polizia urbana di Tempio ha disposto, per le prossime ore, una ispezione dei luoghi per relazionare l’ufficio tecnico comunale, mentre il sindaco di Tempio, Andrea Biancareddu (nel 2012 è stato assessore regionale all’ambiente nella giunta di Ugo Capellacci, quando sostituì il collega di partito Giorgio Oppi) ha annunciato un intervento sia da parte della amministrazione da lui guidata, mettendo le mani avanti: “Il nostro intervento per la bonifica dell’area di Monte Limbara di nostra competenza sarà purtroppo limitato per ragioni economiche, in quanto le finanze comunali non sono floride. Interverrò invece sulla amministrazione regionale affinché venga finalmente dato avvio al piano di risanamento ambientale della montagna, in gran parte demanio forestale, dove insistono siti altamente degradati”.

Intanto sarebbe utile individuare (è facilissimo, basta controllare a chi è stata affidata in concessione l’area interessata alla discarica abusiva) coloro che hanno abbandonato i rifiuti speciali sui terreni demaniali e su una stradina aperta al pubblico, imponendo loro il ripristino immediato dei luoghi.
Sul Monte Limbara, dalla fine degli anni Sessante, è presente un ex sito militare dell’Usa Air Force che fungeva da ponte radio per le forze armate statunitensi tra il medio oriente e gli Stati Uniti d’America. Le gigantesche antenne paraboliche, gli alloggiamenti per il personale e le strutture che ospitavano le apparecchiature radio sono i n stato di avanzato abbandono da un quarto di secolo. Dalla dismissione e la consegna del sito da parte degli americano allo Stato italiano, nel 1994, nessuno ha più effettuato alcun controllo nella ex area militare, dando libero sfogo alla sistematica spoliazione di quanto di valore era contenuto nelle diverse casermette e al degrado totale dell’area, considerata zona ad altissimo pericolo ambientale e per l’incolumità fisica di chiunque vi si avventuri per la corrosione che sta intaccando l’intera struttura, realizzata in gran parte con materiale ferroso.

Tutto questo nel mai nato “parco del Limbara”, uno degli otto parchi individuati dalla Regione Autonoma della Sardegna e inserito nella legge regionale 31 del 7 giugno 1989 (Norme per l’istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale, mai realizzato). Si trova in provincia di Sassari, nella parte settentrionale della Sardegna, a cavallo delle regioni storiche della Gallura e del Monteacuto. Si estende sui monti del Limbara coprendo un’area di 19.833 ettari, da Tempio Pausania fino al lago Coghinas, in territorio di Tempio, Calangianus ed Oschiri.

G.P.C.

 

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