Si dicono “disposti a tutto” gli “abusivi” di La Maddalena che da questa mattina stanno ricevendo le notifiche di sgombero dalle forze dell’ordine. Un documento in cui si intimano le persone ad abbandonare le abitazioni. Poco dopo si darà il via allo slaccio dell’acqua e dell’energia elettrica. “Ma dove andiamo?”, ha chiesto Fabio Are, un portavoce della protesta maddalenina, proprietario di una delle 35 case abusive che, secondo la Procura della Repubblica di Tempio Pausania, dovranno esser demolite. Le famiglie che abitano nelle case di Punta della Gatta e Fangotto ha detto, quindi, che non lasceranno le proprie dimore. “Io sono un abusivo, ma quando ho iniziato a costruire l’abitazione non ricadeva certo in una zona H, di totale salvaguardia ambientale, ma F2, cioè residenziale turistica. Altre scelte urbanistiche son state fatte, ma successivamente. Abbiamo percorso tutte le strade, ma senza risultati. E’ assurdo, però, che vengano previste le demolizioni di prime case, dopo tanti sacrifici per realizzarle e nonostante il pagamento delle tasse. Per questo cercheremo di opporci allo sgombero, non abbandonando le abitazioni”. Complessivamente sono 35 gli immobili da demolire in un’area particolarmente pregiata di La Maddalena, “tra queste ci sono nove prime case, il resto sono verande e coperture, occupate anche da compaesani malati, che non saprebbero dove andare”, ha aggiunto Are. La vicenda maddalenina, però, sarebbe solo il primo capitolo delle indagini sugli abusi e che potrebbe trasformarsi in un problema sociale. La Procura di Tempio Pausania, in vari centri costieri, come Olbia, Arzachena e La Maddalena, infatti, avrebbe già individuato un centinaio di immobili da abbattere per il quale a breve potrebbero entrare in moto le ruspe.
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