La famiglia di Piludu: “Ha deciso consapevolmente quando morire”

Ha scelto il momento in cui morire. Liberamente e consapevolmente. E l’ha fatto utilizzando “le via giuridiche e istituzionali”. E’ quanto rende noto la famiglia di Walter Piludu, il dirigente della sinistra sarda malato di Sla scomparso lo scorso 3 novembre.

La famiglia di Walter Piludu – si legge nella nota –  in esecuzione della sua espressa volontà e nei tempi da lui indicati, rende noto che Walter ha deciso, autonomamente e in piena consapevolezza, di rifiutare ogni ulteriore trattamento che lo tenesse artificialmente in vita attraverso l’uso di macchinari. Walter ha perseguito la sua decisione in completa trasparenza e per le vie giuridiche e istituzionali adeguate all’attuazione della sua libera e piena volontà. La famiglia – prosegue la nota – ribadisce il proprio totale rispetto della volontà di Walter; chiede che tutti pratichino rispetto; auspica che finalmente il Parlamento dia alle cittadine e ai cittadini della Repubblica italiana buone leggi sul testamento biologico e sul fine vita. La famiglia ringrazia i tanti che hanno manifestato affetto e simpatia per Walter e ne hanno sostenuto, in vario modo, l’estremo impegno in una battaglia di libertà.

Piludu ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alla battaglia per una legge sul fine vita che consenta ai malati gravi di decidere il momento in cui morire. E’ quanto, nel novembre di due anni fa, scrisse in una lettera indirizzata a Papa Francesco e ai principali leader politici nazionali, che fu pubblicata da Repubblica nella rubrica di Corrado Augias. “Mi chiedo e vi chiedo – scriveva  – è accettabile, è umano, è pietoso costringere una persona e i suoi cari ad un tale fardello di prolungata, indicibile sofferenza?”.

Una domanda alla quale, sottolineava, “la politica italiana ancora non ha dato una risposta” perché “ancora non esiste una legge sul fine vita”. E aggiungeva: “So che l’essenza, vorrei dire la nobiltà, della politica sta nella sua capacità di osare, nel coraggio di assumere decisioni in grado, a volte in tempi imprevedibilmente rapidi, di rendere migliore la vita delle persone e della società”.

Alla fine è stato lui a “osare”. Il breve comunicato dei familiari, infatti, sottolinea che sono state utilizzate “le vie giuridiche”. E questo fa ritenere che Walter Piludu abbia comunicato all’autorità giudiziaria la sua scelta, le modalità necessarie per metterla in atto. Che abbia cioè prefigurato – utilizzando gli strumenti giuridici di cui di dispone oggi – uno dei percorsi che la legge sul fine vita dovrebbe prevedere e regolare.

 

 

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