La Commissione antimafia: “Isola piattaforma per lo scambio di droga”

La Sardegna piattaforma logistica per “lo scambio” di partite di droga destinate in parte al mercato isolano e in parte ad altre regioni. Ma anche un territorio “particolarmente appetibile” per le organizzazioni mafiose che investono nel settore turistico-immobiliare per riciclare il denaro sporco. E’ quanto emerso dalle audizioni della Commissione Antimafia riunita nel capoluogo sardo con i prefetti di Cagliari, Giuliana Perrotta, Nuoro, Daniela Parisi, Oristano, Giuseppe Guetta, e Sassari, Giuseppe Marani, il facente funzioni della direzione distrettuale, Gilberto Ganassi, il magistrato di Sorveglianza di Sassari, Luisa Diez, e i rappresentanti di Carabinieri, Polizia e Gdf.

“La Sardegna non è una regione che dal punto di vista della mafia desta particolari attenzioni rispetto alle altre, anche se la guardia non va mai abbassata – ha spiegato la presidente della Commissione Rosy Bindi – Le mafie non hanno confini e anche la Sardegna è un territorio di attenzione da parte delle cosche per gli stupefacenti provenienti dal Centro e Sud America e dal Nord Africa. E’ soprattutto la ‘ndrangheta che realizza lo scambio qui per poi lasciare lo spaccio a sodalizi locali”. Tra i temi affrontati anche quello dell’immigrazione. “E’ stata fatta una valutazione di non pericolosità del fenomeno – ha sottolineato il senatore Enrico Buemi, gruppo Misto – certo, potrebbero esserci delle evoluzioni, ma attualmente non vi è alcun riscontro. Piuttosto rimane senza risposta l’interrogativo su come piccole imbarcazioni riescano a fare un percorso di 130 miglia”, il riferimento è agli sbarchi diretti di algerini lungo le coste del sud Sardegna. Quanto al fenomeno delle intimidazioni a sindaci e amministratori locali, il senatore Stefano Vaccari (Pd) ha confermato che “c’è stata un’escalation tra il 2014 e il 2015 con un +118%, 50 i casi registrati nel 2015 con la Sardegna all’epoca al quinto posto in Italia dopo Sicilia, Campania, Puglia e Calabria”. Altro tema riguarda le opere pubbliche. “Rifiutiamo l’equazione lavori pubblici uguale infiltrazione mafiosa, ma occorre vigilare – ha detto la presidente Bindi – perchè dove ci sono investimenti crescono gli appetiti”.

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