“La bomba a casa del colonnello Branca? Giustizia fai da te. Le basi non c’entrano”

“Un fatto insolito che si colpisca un alto grado militare, ma non leggibile come recrudescenza di azioni terroristiche contro le basi”. Così l’avvocato penalista nuorese Giovanna Angius, esponente dell’associazione “Libertà e Giustizia” fondata da Gustavo Zagrebelsky, riguardo all’atto intimidatorio, avvenuto durante la notte a Elmas, contro il comandante del Primo Reggimento corazzato di Teulada, il colonnello Sandro Branca.

“Almeno a giudicare dalle poche cose che si sanno finora, non sembra indicativo di una tensione contro le basi – prosegue il legale – semplicemente questo signore potrebbe aver disturbato qualcuno”. Insomma, un gesto che fa più pensare a “quella modalità di comunicazione che si usa spesso in Sardegna quando si vogliono affermare i propri diritti (reali o presunti) con la “giustizia fai da te”:

“Al centro di queste vicende – spiega l’avvocato Angius – c’è spesso un contenzioso che potrebbe e dovrebbe essere affrontato con le giuste leve della giustizia ufficiale”. Anche perché un attentato di questo tipo con una matrice politica avrebbe avuto magari caratteristiche diverse: “Di solito questi atti sono preceduti da lotte politiche, manifestazioni anche dure contro un certo tipo di potere costituito. Insomma non avvengono, come in questo caso, all’improvviso, quando tutto tace”.

Un altro tassello che sembra escludere l’ attentato politico, arriva dalla storia sarda, che non ha mai annotato episodi terroristici di rivendicazione politica:” I soli episodi che si ricordino contro i militari, sono stati degli attentati contro qualche caserma dei Carabinieri, avvenuti in Barbagia – dice Giovanna Angius -. La cosiddetta “giustizia mala giustizia” come si intendeva a suo tempo qua”.

Ma tornando indietro di trenta o quarant’anni ci sono stati episodi al confine tra legalità e illegalità,ma mai violenti :” Ai tempi d’oro dei movimenti indipendentisti e parlo della fine degli anni sessanta, c’era stata da parte di questi gruppi che avevano sposato la causa, una presa di posizione contro le istituzioni statali, contro la magistratura, ma sono rimaste sempre allo stato di manifestazioni di protesta. Ricordo all’epoca Mario Melis, presso il cui studio facevo pratica legale, che si irrigidì contro certa magistratura che montava a suo parere un caso inesistente, visto che non c’era mai stata una presa di posizione che si è concretizzata in atti violenti. Melis andò persino a Cagliari per spiegare il suo pensiero all’allora Procuratore generale Villasanta. Anche questo a dimostrazione del fatto che in Sardegna si è sempre parlato di indipendentismo e di autonomia ma in termini politici, mai con atti terroristici”.

In quegli anni di manifestazioni l’avvocato Angius ricorda anche l’episodio di Pratobello a Orgosolo dove tutta la popolazione si è opposta all’installazione del poligono militare: “I baschi blu erano stati affrontati da migliaia di orgolesi e senza mai nessun episodio di violenza sono riusciti a vincere la battaglia”. In seguito, ci sono stati altri movimenti di protesta , saliti agli onori della cronaca nel nuorese: “C’è stata la stagione di Barbagia Rossa e mi pare ci fosse anche qualche altra sigla rivoluzionaria. Si sono manifestate nei primi anni ’80 qui in provincia di Nuoro. Neanche in quella stagione di proteste contro lo Stato ci sono stati fatti gravi di violenza. Bisogna dire che era una organizzazione che non agiva proprio alla luce del sole: hanno messo a segno qualche piccolo attentato e lasciato strascichi di processi e condanne. Ma ripeto, nessun fatto grave che abbia lasciato il segno”. 

Tornando all’attentato, avvenuto stanotte contro il comandante del Primo Reggimento corazzato di Teulada, il legale nuorese conclude: “Come ho detto tendo a escludere una matrice politica, se così non fosse ci sarà una rivendicazione: queste cose si fanno per dare voce alla protesta. Ma mi sembra alquanto strano che avvenga in questo caso, visto che, come ho già detto, attentati di questo tipo sono anticipati e seguiti da movimenti di protesta ben visibili”.

Maria Giovanna Fossati

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