Inchiesta sui diritti tv per i Mondiali di calcio 2026 e 2030, sardi coinvolti

Ci sarebbero anche cinque galluresi al vaglio della magistratura svizzera per l’inchiesta sulle presunte tangenti collegate all’asta dei diritti televisivi dei Campionati del Mondo di calcio del 2026 e 2030 che ruota attorno a due nomi eccellenti: Jerome Valcke, ex segretario della Fifa, e Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint Germain. Come riporta oggi il quotidiano L’Unione Sarda, il filone sardo dell’inchiesta riguarda una operatrice immobiliare con interessi in Costa Smeralda e all’estero, il titolare di un’impresa di edilizia specializzata di Arzachena e tre architetti. I documenti sequestrati dal Nucleo di Polizia tributaria di Sassari in abitazioni e studi professionali di Olbia, Arzachena e Tempio sono a disposizione del procuratore federale svizzero.

Secondo l’accusa i cinque sardi erano a conoscenza dei rapporti tra Al-Khelaifi e Valcke che nell’inchiesta figurano rispettivamente come presunto corruttore e presunto corrotto: Al-Khelaifi, in qualità di presidente e amministratore delegato del colosso qatariota dei media, beIN Media Group, si sarebbe garantito i diritti televisivi delle edizioni 2026 e il 2030, facendo dei regali a Valcke. In particolare in Sardegna, Al-Khelaifi avrebbe messo a disposizione dell’ex segretario Fifa una lussuosa villa a Porto Cervo del valore di sette milioni di euro che la magistratura ha posto sotto sequestro un mese fa. Secondo l’accusa del pm elvetico, i cinque soggetti galluresi hanno avuto stretti contatti con Valcke ed erano a conoscenza del fatto che usava la villa da proprietario e non da semplice inquilino tanto da disporre impegnativi lavori di restyling fra i quali la realizzazione di una piscina.

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