Inceneritore a Tossilo, cresce il fronte del no. Comitati oggi in piazza

Il Coordinamento Comitati Sardi, che raccoglie oltre 50 sigle impegnate per la tutela, la gestione e il governo del territorio, della salute e dell’ambiente aderisce al sit-in indetto dal comitato “Non Bruciamoci il Futuro” di Macomer per sabato 28 marzo alle 11 di fronte ai cancelli dell’inceneritore di Tossilo. Nel portare sostegno al comitato “Non Bruciamoci il futuro” e ai tanti cittadini del Marghine – e non solo – che si oppongono al nuovo inceneritore, il Coordinamento denuncia i preoccupanti impatti sanitari ed economici dell’intervento proposto dal Consorzio Industriale di Tossilo. Ed esprime sconcerto per “le carenze riscontrate nel corso della procedura di Valutazione d’impatto ambientale, conclusa dal Savi con decisione favorevole per il proponente nonostante il parere del Centro epidemiologico di Nuoro sull’attuale situazione sanitaria del distretto di Macomer e sull’impatto ambientale del nuovo inceneritore risulti incompleto e privo di evidenza scientifica”. Il via libera del Savi è poi stato adottato dall’assessore alla Difesa dell’Ambiente Donatella Spano nella delibera con cui ha chiesto alla giunta regionale di autorizzare il nuovo inceneritore. Quanto successo non fa altro che rivelare l’incompatibilità dell’esecutrice Donatella Spano con il ruolo di assessore alla Difesa dell’ambiente rivestito.

“Al contrario di quanto affermato dal Centro epidemiologico di Nuoro – si legge in una nota – la situazione sanitaria del distretto di Macomer, dove il nuovo inceneritore andrà a insistere (e dove da circa vent’anni è attivo l’attuale inceneritore) è infatti da ritenersi estremamente preoccupante. Una siffatta valutazione viene confermata in primo luogo dall’aumento nell’area della mortalità per tumore evidenziato dai dati relativi triennio 2011-2013 (si tratta di un aumento che non ha eguali negli altri distretti dell’Asl di Nuoro)”

“Suscita forte preoccupazione – prosegue la nota – anche l’aumento del 13% del carico di diossine (la cui presenza è già stata messa in evidenza nel 2010 dall’ASL) e furani sul territorio dovuto all’eventuale realizzazione del nuovo inceneritore messa in evidenza da Isde-Medici per l’ambiente nelle controdeduzioni allo Studio d’impatto ambientale presentato dalla società proponente. Inevitabile appare allora la contaminazione della catena alimentare e degli abitanti di un’area in cui sono presenti ben 1370 aziende di allevamenti bovini e ovi-caprini che vantano un patrimonio di oltre 350.000 capi e 1.974 addetti. Questo significa che i danni all’ambiente e alla salute finiranno inevitabilmente per avere anche delle pesanti ricadute economiche. Pertanto, un eventuale definitivo via libera alla realizzazione dell’inceneritore equivarrebbe a un nuovo e ulteriore caso di gestione mortifera del potere in sfregio alla prerogativa della politica di gestire e garantire il benessere di territori e popolazione”.

I comitati proseguono con l’elenco di ulteriori ragioni per opporsi al progetto. “Infatti, l’impianto appare oltremodo sovradimensionato rispetto al quantitativo di rifiuti che il bacino di conferimento è in grado di destinare ai forni del Consorzio. L’aumento della raccolta differenziata – pratica virtuosa che l’assessore dice di voler sostenere, salvo paventare la possibilità di ripresentare in giunta l’autorizzazione all’impianto – e la generale e costante diminuzione della quantità di rifiuti prodotta in Sardegna fanno sì che il nuovo impianto non possa oggi disporre di più di 45.000 tonnellate di rifiuti da portare a combustione l’anno. Il nuovo inceneritore presenta invece una capacità di smaltimento pari a 60.000 t/a, vale a dire doppia rispetto a quella dell’attuale inceneritore. Forse s’intende portare rifiuti da fuori come previsto dall’art.35 del decreto Sblocca Italia di recente convertito in legge? Da notare anche che il progetto si riferisce allo scenario C del Piano di gestione dei rifiuti del 2008, piano questo estremamente datato e per di più non convertito in legge dal Consiglio regionale, ma semplicemente adottato con delibera di giunta. In tema di gestione dei rifiuti, vediamo quindi riproporsi quanto accade in ambito energetico, dove il Pears adottato dalla giunta Cappellacci non è stato discusso in Consiglio. Nel tentativo di parte della giunta di concedere il via libera all’inceneritore di Tossilo senza prima aggiornare il Piano dei rifiuti, il Coordinamento rileva una formidabile analogia con quanto accade in campo energetico: la volontà di non stabilire regole certe e condivise per avvallare politiche caotiche e ad appannaggio di interessi estranei a quelli della popolazione”.

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