Incendiata porta sindaco di Esporlatu. Terzo atto intimidatorio in tre anni

Ancora un attentato intimidatorio a Esporlatu, piccolo centro del Sassarese. Nel mirino è finito il sindaco del paese Francesco Giuseppe Furriolu. Verso mezzanotte ignoti malviventi hanno tentato di incendiare il portoncino d’ingresso della sua abitazione. È stato lo stesso Furriolu, con i suoi familiari, a spegnere le fiamme e chiamare i carabinieri. Sul posto è stata ritrovata una bottiglietta con liquido infiammabile. I militari hanno avviato le indagini per risalire ai responsabile di questo ennesimo atto intimidatorio nel centro del Nord Sardegna. Per due volte, infatti, era stato preso di mira il vicesindaco Giovanni Canu: nel 2017 gli era stata bruciata l’auto, quest’anno era stato fatto esplodere un ordigno esplosivo all’interno della sua casa di campagna. A luglio, invece, i malviventi avevano cercato di far saltare la festa del paese, l’Asino Day, organizzata dal Comune, cospargendo di trielina i tavoli e l’intera zona dove era in programma un pranzo pubblico con centinaia di persone.

“Una parte minima e marginale di questa comunità è refrattaria alle regole, ma andiamo avanti perché crediamo che la maggioranza dei nostri concittadini la pensi come noi, che non facciamo altro se non far rispettare le regole nell’interesse di tutti e del quieto vivere”. Così il sindaco di Esporlatu commenta l’attentato di cui è stato vittima la scorsa notte. Per niente intimidito, il sindaco è certo che la comunità sia dalla parte della sua amministrazione e “contro chi dà all’esterno una pessima immagine del paese, che come cittadini non è quello che ci meritiamo e che vogliamo”. Per gli amministratori di Esporlatu è il terzo attentato in due anni, negli altri due casi era stato preso di mira il vicesindaco Giovanni Canu. “Ormai siamo alla farsa, sembra una televonela, e quel che più stupisce è la totale assenza di un motivo – dice ancora Furriolu – qui gli interessi sono quelli di un paesino di 400 abitanti”. Tra l’altro, sottolinea, “amministriamo in maniera chiara e limpida, comunichiamo e ci confrontiamo: questi sono atteggiamenti di gente poco consapevole, poco rispettosa e poco propensa al dialogo”.

“La solidarietà non può e non deve mai mancare perché gli amministratori locali devono sapere che il Parlamento sardo è vicino e non soltanto a parole a chi ogni giorno democraticamente esercita le funzioni per cui è stato eletto”, ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. “La Regione ha in questi anni fatto la sua parte per provare a contrastare un fenomeno emergenziale – aggiunge Ganau – attivando in ormai quasi tutti i comuni della Sardegna la rete di videosorveglianza e programmando azioni utili al contrasto dell’illegalità. Tutto questo non è evidentemente sufficiente se chi commette azioni di questo tipo, continua a rimanere impunito. Mi associo a quanto dichiarato dal consigliere e primo cittadino di Bottida, Daniele Cocco, ribadendo che lo Stato, o meglio il Governo deve ora stabilire una strategia e passare dalle parole ai fatti: chiudere la caserma dei Carabinieri e la scuola di polizia interforze a Burgos non aiuta certamente a sostenere le forze dell’ordine nelle indagini. Chiediamo al vicepresidente del Consiglio, nonché ministro dell’Interno Matteo Salvini – conclude il presidente Ganau – di occuparsi seriamente di quanto sta accadendo in Sardegna, esercitando sino in fondo il ruolo che l’incarico che ricopre gli impone”.

Anche il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Andrea Soddu esprime massima solidarietà nei confronti del sindaco. “Siamo vicini al nostro collega Francesco, a tutta l’amministrazione e alla comunità di Esporlatu. Quando succedono accadimenti di questo tipo infatti è tutta il paese ad essere colpito, visto che gli amministratori pubblici sono i primi garanti della democrazia. Per tre volte in tre anni la mano anonima è andata a colpire questa piccola comunità del Goceano, una situazione inaccettabile ed è per questo motivo che la vicinanza dei sindaci della Sardegna nei confronti del collega di Esporlatu non è solo ideale ma vuole essere qualcosa di pratico. Il nostro è un unico grande appello di una terra che si sente abbandonata dallo stato, che chiede alle massime istituzioni della repubblica un’attenzione particolare nei confronti dei sindaci, per la loro sicurezza e la loro incolumità perché il rischio è che pian piano i primi cittadini abbandoneranno il campo lasciando le comunità in balia del malessere e dell’ingovernabilità. Continueremo a chiedere impegni concreti e tempi rapidi per l’attuazione di misure a tutela del ruolo dell’amministratore pubblico, dalle questioni di sicurezza a quelle legate al trattamento economico, bisogna incentivare le persone a riavvicinarsi alla politica e a riprendersi la responsabilità di amministrare, per il bene delle comunità e contro ogni elemento destabilizzatore”.

 

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